Innovazione Agricola su Marte: L’Orto Spaziale di Enea e La Sapienza
Sviluppi Avanzati per l’Agricoltura Marziana
Nasce un’era nuova per l’agricoltura extraterrestre grazie alla collaborazione tra l’Enea e l’Università La Sapienza di Roma. Il progetto all’avanguardia, battezzato Hort3Space, si avvale di una tecnologia idroponica di avanguardia per il coltivo in più livelli, totalmente automatizzata e modulabile, arricchita da un’illuminazione specifica mediante luci Led e un braccio robotico per l’assistenza nella gestione delle piante.
Quest’ambizioso progetto mira a creare un orto marziano in preparazione a una missione simulata sul Pianeta Rosso, utilizzando un sistema di coltivazione che sfida i limiti dell’innovazione. I laboratori di Enea, in sinergia con gli specialisti del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale di La Sapienza, hanno concepito questo ecosistema come una soluzione altamente tecnologica, che promette di rivoluzionare il modo in cui pensiamo alla produzione alimentare nello spazio.
L’orto ospiterà varietà vegetali selezionate per la loro capacità di adattarsi e prosperare in condizioni ambientali estreme, come il ravanello rosso e il cavolo rosso. Queste specie, scelte per il loro alto contenuto di antiossidanti, vitamine e minerali, saranno fondamentali per garantire un apporto nutrizionale ottimale agli astronauti impegnati nella simulazione di vita marziana, nel quadro della missione Amadee-24 in Armenia, promossa dall’Austrian Space Forum in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Armena.
L’integrazione di Hort3Space in una struttura gonfiabile autonoma semplifica notevolmente la gestione dell’ambiente di coltivazione, ottimizzando la produzione, riducendo il consumo di risorse e alleggerendo il carico di lavoro per l’equipaggio, con un occhio di riguardo alla sostenibilità attraverso il riciclo dei rifiuti organici.
L’esperienza accumulata tramite questo esperimento consentirà ai ricercatori di affinare i processi di coltivazione idroponica automatizzata, valutandone l’efficienza energetica e l’impatto sul consumo di acqua e fertilizzanti, oltre a studiare la produttività delle piante in queste condizioni uniche.
Questo progetto rappresenta l’apice di un decennio di ricerche dedicate agli “orti spaziali”, con un focus particolare sullo sviluppo di sistemi senza suolo, colture adatte all’ambiente spaziale come le microverdure e varietà vegetali specificamente adattate alla vita nello spazio, quali il pomodoro “San Marziano” e la lattuga viola.
Gli studi in corso esplorano inoltre i processi di bioconversione per trasformare i rifiuti organici in nutrienti essenziali per le piante nelle serre spaziali, producendo fertilizzante o compost in loco e contribuendo così a minimizzare i rifiuti e semplificare il loro smaltimento.