Il segreto dei coleotteri: come i batteri li hanno resi i dominatori delle piante
I coleotteri crisomelidi, tra gli erbivori più diversificati del Pianeta, devono il loro successo evolutivo a una sorprendente alleanza con i batteri simbionti, che ha permesso loro di adattarsi a una vasta gamma di piante. Questi insetti, che rappresentano circa il 10% della biodiversità degli erbivori con oltre 40.000 specie descritte, sono stati al centro di uno studio internazionale pubblicato su Current Biology. La ricerca, guidata dal Max Planck Institute for Chemical Ecology di Iena, ha visto la partecipazione dell’entomologo Matteo Montagna del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli.
Un’alleanza batterica che trasforma l’evoluzione
Analizzando il genoma e il trascrittoma di 74 specie di coleotteri crisomelidi provenienti da ogni parte del mondo, i ricercatori hanno scoperto che questi insetti hanno stretto una simbiosi unica con batteri in grado di trasferire loro geni utili. Questi geni, che codificano per enzimi digestivi, permettono ai coleotteri di accedere a risorse nutritive che altrimenti sarebbero inaccessibili, come le pareti cellulari delle piante.
“Attraverso il trasferimento di geni batterici, i crisomelidi hanno acquisito la capacità di digerire foglie, steli e radici,” spiega Montagna. Questa collaborazione ha permesso ai coleotteri di colonizzare habitat estremamente diversi, dalle foglie delle piante alla vita sott’acqua negli steli, rendendoli adattabili e resilienti.
Un cambio di paradigma nell’evoluzione
La ricerca sottolinea l’importanza di considerare gli organismi pluricellulari non come entità isolate, ma come olobionti, cioè unità evolutive composte dall’organismo ospite e dai microorganismi simbionti associati.
“Questo cambio di prospettiva sposta il focus dell’evoluzione dall’individuo all’olobionte,” aggiunge Montagna, evidenziando come le interazioni tra ospiti e microbi possano essere fondamentali per comprendere l’evoluzione e l’adattamento.
Coleotteri crisomelidi: invasivi ma indispensabili
Con la loro capacità di nutrirsi di un’ampia varietà di piante, i crisomelidi sono non solo adattabili, ma anche problematici per l’agricoltura, essendo parassiti di molte coltivazioni. Tuttavia, la loro eccezionale diversità li rende un modello di studio unico per comprendere meglio le dinamiche tra evoluzione, simbiosi e adattamento.