Il Ministro dell’Agricoltura e la Favola dei Poveri Gourmet: Una Lezione di Gastronomia
Ci stupiamo ancora per la bellezza macabra e mesmerizzante delle favole dei fratelli Grim, ma da oggi abbiamo un narratore ancora più carismatico: Lollo, il rabdomante della saggezza gourmet.
L’uomo che guida il ministero dell’agricoltura dell’Italia, nota per essere uno dei paesi con una cultura alimentare più impressionante (più di 550 vitigni autoctoni, più di 300 dop, uno dei primi produttori di vino e formaggi al mondo) è un enigma neuronale tutto da decifrare.
Ma perché parliamo di questa figura sbiadita del governo italiano, che a parte qualche sparata, non hai mai contribuito al miglioramento del paese Italia?
Perché, ancora una volta, ha dimostrato tutta l’inutilità e il vaniloquio di una classe politica scotta come gli spaghetti dello chef Ruffi.
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha recentemente espresso alcune opinioni durante il Meeting di Rimini che meritano un’analisi critica. approfondita.
Questo esimio individuo ha parlato delle differenze tra le abitudini alimentari italiane e statunitensi, definendo il modello italiano “interclassista” e sostenendo che spesso le persone meno abbienti mangiano meglio dei ricchi, rivolgendosi direttamente ai produttori. Per quanto interessante, questa affermazione sembra piuttosto semplificata e generica, per non dire da cerebroleso, ma ehi, questo è il bello di essere parente del premier: non devi essere qualificato né meritarti il tuo ruolo, ti è dovuto per grazia ricevuta.
Punti Deboli del Ragionamento:
- Assenza di Dati Concreti: Il ministro non ha fornito dati o ricerche che supportino le sue affermazioni. Senza prove concrete, le sue parole possono essere viste come supposizioni. Anche questa idea bucolica che tutti gli italiani vivano in piccoli paesi e vadano a rifornirsi dai contadini è quantomeno primitiva.
- Visione Semplificata del Mercato: L’idea che i contadini vendano prodotti di qualità superiore ai consumatori diretti a un prezzo inferiore rispetto alla grande distribuzione sembra una visione romantica e idealizzata del mercato. Non tiene conto delle dinamiche complesse che regolano i prezzi e la qualità. Anzi, come ragionamento è proprio insensato, neanche un babbuino sotto acidi penserebbe una roba del genere.
- Generalizzazione sulle Abitudini Alimentari: Le affermazioni del ministro sugli Stati Uniti sembrano altrettanto generalizzate. Presenta una visione binaria delle abitudini alimentari, dividendo la popolazione in chi “mangia bene” e chi viene “rimpinzato” con cibo di bassa qualità. Questa semplificazione non rende giustizia alla diversità e complessità delle abitudini alimentari di un paese tanto vasto. In America non esistono solo redneck. Ma andiamo avanti, perché è vero che negli Usa: “Un sovrappeso che arriva al 77% contro il 36% della media Ue, con l’obesità al 32% rispetto all’8% dell’Italia e con una tendenza a collocare queste patologie sempre nelle fasce più basse”. Ma il problema è che l’Italia si sta accodando a questo trend. E il problema è proprio qui. E il fatto che questo ministro non l’abbia colto è devastante e denota la sua totale inutilitàita. Proprio per via di un contesto che spesso è opposto a quello descritto dal ministro.
- Manca una Visione Strategica: Mentre è importante discutere delle abitudini alimentari e della qualità del cibo, le dichiarazioni del ministro non sembrano collegarsi a una strategia o a una visione più ampia per l’agricoltura e l’alimentazione in Italia.
Le parole del ministro Lollobrigida sembrano essere più una serie di osservazioni casuali eiaculate senza alcun senso, così per dare aria alla bocca, piuttosto che un’analisi ponderata e basata su dati che riguardino le condizioni della popolazione italiana. Anzi, sembra che il ministro viva in una dimensione parallela, quasi in un mondo fatato o forse in un mondo ricco e borghese che non ha gli occhi per guardare i poveri in basso.
Concludendo, Lollobrigida parlando si è autoaccusato, dimostrando di non sapere di cosa stia parlando. Voleva dire un’arguzia ed è riuscito brillantemente a farsi un autogol a porta vuota. La sua visione idilliaca e bucolica del rapporto tra produttori e consumatori non sembra radicata in una comprensione profonda della realtà del mercato alimentare, fatto preoccupante, se pensiamo che Mr. Lollobrigida è ministro. Le sue osservazioni, pur ontenendo alcuni barlumi di verità, rischiano di sembrare la solita pagliacciata, ma per fortuna, come ci ricorda l’esimio e mortifero Fassino, gli stipendi dei politici non sono una gran cosa, sono soldi ben spesi quelli dello stipendio di Lollo.
Sarebbe bello poter dire: il ministro Lollobrigida rimaniamolo alle spalle.