Etichette Alimentari: Verso Più Trasparenza su Miele e Prodotti da Colazione
Provenienza del Miele e della Frutta nelle Etichette: L'Europarlamento Avvia Nuove Norme
BRUXELLES – La trasparenza nelle etichette dei prodotti alimentari è sempre più al centro delle politiche UE. L’ultima novità riguarda la chiarezza sull’origine del miele e della frutta impiegata in succhi e marmellate. La commissione Ambiente dell’Europarlamento ha preso una posizione decisa nel cosiddetto “pacchetto colazione”, un insieme di norme volte a regolamentare la commercializzazione dei prodotti tipici della prima colazione.
Secondo i deputati, l’etichettatura del miele deve indicare chiaramente il Paese di raccolta. Nel caso di prodotti derivati da più Paesi, questi dovrebbero essere elencati in ordine decrescente, basandosi sulla quantità presente nel prodotto. È particolarmente rilevante quando più del 75% del miele proviene da fuori dell’Unione Europea, un dettaglio che deve essere evidenziato sull’etichetta frontale.
Per quanto riguarda i succhi di frutta, la dicitura “senza zuccheri aggiunti” è permessa, a differenza dei nettari di frutta. È stata proposta anche l’etichettatura “succo di frutta a ridotto contenuto di zucchero” per i succhi riformulati. Importante è anche l’indicazione dell’origine della frutta utilizzata per produrre succhi, marmellate, gelatine, confetture e puree di castagne zuccherate, che dovrebbe comparire sull’etichetta frontale.
La Coldiretti, soddisfatta dell’andamento della questione, evidenzia l’importanza di questo passo per la trasparenza e la libertà di scelta dei consumatori. Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, sottolinea l’importanza dell’impegno per la chiarezza nelle informazioni sugli alimenti, a tutela della salute, dell’economia, dell’occupazione e dell’ambiente. L’Italia, come secondo produttore europeo di frutta, risente fortemente di queste tematiche, soprattutto in un contesto di riduzione delle coltivazioni negli ultimi quindici anni, un fenomeno che ha interessato tutte le principali produzioni di frutta fresca.
L’accordo raggiunto è un passo significativo nella politica alimentare europea, che ora attende ulteriori approvazioni e difese nel dialogo tra le varie istituzioni dell’UE.