Claude Monet e l’Atelier a Cielo Aperto: Un Viaggio nell’Impressionismo a Padova
Claude Monet (1840-1926), pittore simbolo dell’Impressionismo, sosteneva che la vera essenza dell’arte dovesse essere cercata all’aperto, sotto il cielo aperto, piuttosto che tra le quattro mura di uno studio. “La mia opera nasce sotto il sole, tra gli alberi, non dietro una finestra chiusa,” potrebbe aver affermato, interpretando liberamente un’intervista pubblicata su La Vie Moderne da Emile Taboureaux il 12 giugno 1880.
La mostra “Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi”, aperta a Padova al Centro Culturale Altinate-San Gaetano e frutto della collaborazione con il Comune e Arthemisia, offre un viaggio nel cuore della visione artistica di Monet. Con oltre sessanta opere, si ripercorre l’evoluzione di Monet dalla pittura ‘en plein air’ alle sue ultime creazioni, in cui i confini tra forma e colore si sfumano in visioni quasi astratte di giardini e ninfee, influenzate dalla sua battaglia con la cataratta.
Questa retrospettiva prende le mosse dall’intimità: ritratti familiari come quello di suo figlio Michel, donatore della collezione paterna al museo parigino, fino ad arrivare alle raccolte private di Monet di artisti come Rodin e Renoir. “Questa collezione è un affare personale… destinata a me e a pochi intimi,” avrebbe potuto dire Monet.
La mostra si articola in sezioni che narrano l’inizio dell’avventura di Monet nell’arte en plein air, stimolato dall’incontro con artisti come Jongkind e Boudin, fino alla “Luce Impressionista”, dove la ricerca sulla luce diventa protagonista assoluta. Le opere esposte, come “La spiaggia di Trouville”, offrono uno sguardo unico sulle sperimentazioni di Monet con la luce e il colore.
Un punto di svolta fu la mostra del 15 aprile 1874, quando, al di fuori del Salon Ufficiale, Monet e un gruppo di artisti esposero presso lo studio del fotografo Nadar. Qui, la critica sarcastica di Louis Leroy sul lavoro “Impression, Soleil Levant” diede involontariamente il nome all’Impressionismo, un movimento che cercava di catturare l’essenza della natura più attraverso la luce che non la forma precisa.
Negli anni successivi, Monet approfondì la sua esplorazione della luce e del colore, da Giverny ai viaggi in Norvegia e Londra, fino alle celebri rappresentazioni dei suoi giardini, caratterizzate da una visione più astratta e sperimentale, anticipatrice delle correnti artistiche future.
Le opere in mostra a Padova, specie quelle degli ultimi anni, rivelano un Monet che sfida la propria vista affievolita per esprimere la sua incessante ricerca di bellezza e verità nella natura, lasciando un’eredità che continua a influenzare l’arte contemporanea.