Autonomia Alimentare Europea: Una Sfida Crescente
Europa: Tra Dipendenza Import e Ricerca di Autonomia
L’Europa si confronta con una crescente sfida: la dipendenza dalle importazioni di elementi fondamentali come soia, mangimi e fertilizzanti. Un’indagine realizzata da Areté in collaborazione con S&P Global Commodity Insights, su incarico del Parlamento Europeo, illumina questa problematica aggiungendo al già noto deficit di materie prime un incremento della dipendenza da importazioni di fattori produttivi cruciali.
Il continente, Italia inclusa, mostra un’escalation della dipendenza dall’estero per quanto riguarda i materiali essenziali per l’agricoltura, con alcuni articoli che toccano il limite del 100% di importazioni. Le recenti crisi – climatica, geopolitica e logistica – hanno amplificato le difficoltà di approvvigionamento. Da Bruxelles, intanto, emerge una reazione alle proteste del settore agricolo: la proposta di eliminare definitivamente certi vincoli ambientali che hanno limitato la produzione, aprendo la strada a una nuova riforma della Politica Agricola Comune.
La ricerca evidenzia la dipendenza dell’industria agroindustriale dell’UE da importazioni di materiali chiave come soia e derivati, fertilizzanti fosfatici e minerali ferrosi, spesso provenienti da paesi a rischio. Prima del conflitto in Ucraina, per esempio, un terzo dei fertilizzanti arrivava dalla Russia.
Anche se il deficit di importazioni dell’UE rimane relativamente contenuto (10% del totale della produzione agroalimentare), l’indagine sottolinea come per determinati prodotti, soprattutto materie prime e fattori produttivi, la dipendenza dalle importazioni sia significativamente alta. L’84% dei semi di soia utilizzati nell’UE proviene dall’estero, principalmente dal Brasile e dagli Stati Uniti. Analogamente, per i fertilizzanti fosfatici, il 68% è importato, principalmente da Marocco e Russia.
La ricerca prende in considerazione anche i fattori esterni che potrebbero aggravare la vulnerabilità del sistema agroalimentare dell’UE, come la riduzione delle capacità produttive dell’Ucraina a seguito dell’invasione russa e il crollo delle importazioni dalla Russia dovuto a sanzioni e rappresaglie.
Per ridurre questa dipendenza, si propongono partnership strategiche con i fornitori principali, l’impiego di biotecnologie innovative per migliorare la produttività senza aumentare l’uso di fattori produttivi e un supporto più forte da parte della Politica Agricola Comune verso colture proteiche e pratiche agricole sostenibili.
«La recente storia ci ha chiaramente mostrato i rischi di una dipendenza significativa da importazioni di materie prime strategiche da paesi terzi, come evidenziato dall’esperienza del Covid e da successive crisi geopolitiche e logistiche», afferma Enrica Gentile, CEO di Areté. «È cruciale che le politiche europee considerino questi aspetti per garantire la sostenibilità delle filiere alimentari».