Allarme Rosso per il Vino Italiano: l’Export in Oriente Crolla
Il 2023 segna un ulteriore passo indietro per il vino italiano in Asia, con una riduzione significativa delle importazioni in Cina del 20% rispetto all’anno precedente. Questo calo ha portato il gigante asiatico a scendere alla nona posizione nella classifica mondiale per il valore di mercato del vino, una discesa drastica rispetto al quarto posto tenuto saldamente nel 2018.
La situazione non è migliore in altri paesi chiave dell’Estremo Oriente, come la Corea del Sud e il Giappone, storicamente destinazioni privilegiate per l’esportazione del vino italiano. Il report di Nomisma Wine Monitor evidenzia questa tendenza in atto, con particolare attenzione al mercato del Far East.
Nonostante il panorama sfavorevole, la Francia si mantiene saldamente al primo posto come fornitore principale della Cina, accaparrandosi quasi il 60% della quota di mercato. L’Italia, nonostante le difficoltà, riesce a mantenere la terza posizione con il 10% del mercato, preceduta dal Cile e seguita a distanza dall’Australia, che dopo essere stata leader nel 2020, è ora esclusa dalla top 5 a causa dei dazi cinesi.
Anche negli Stati Uniti, l’unico tra i primi cinque partner commerciali della Cina a registrare una crescita, il contesto rimane sfidante. In Corea del Sud, dopo cinque anni di incremento continuo, il 2023 ha segnato una battuta d’arresto sia in termini di valore che di volume. Anche in Giappone, nonostante una diminuzione delle importazioni, la Francia continua a dominare con una quota di mercato del 60%, seguita dall’Italia al 12%.
Denis Pantini, a capo di Nomisma Wine Monitor, rimarca che, nonostante la Cina stia perdendo terreno nel consumo di vino, Giappone e Corea del Sud rappresentano ancora mercati con grandi potenzialità di crescita e interesse per i prodotti vinicoli italiani.