Alighiero Boetti in mostra a Roma per il trentennale della scomparsa
“Quest’anno celebriamo il trentennale della scomparsa dell’immenso artista Alighiero Boetti, e lo facciamo con una mostra che è un vero e proprio viaggio nel suo universo artistico, senza altro obiettivo che generare bellezza: una bellezza ineffabile, giocosa, un’esperienza unica e irripetibile”. Queste sono le parole piene di ammirazione e passione di Marco Tirelli, curatore della mostra ‘Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando’, allestita a Roma presso l’Accademia Nazionale di San Luca dal 30 ottobre al 15 febbraio 2025.
L’esposizione, concepita in collaborazione con Caterina Boetti, moglie dell’artista e presidente della Fondazione Alighiero e Boetti, è un omaggio a uno dei più visionari e influenti artisti del XX secolo. Le opere esposte, create negli ultimi anni di vita di Boetti, si snodano tra gli spazi suggestivi di Palazzo Carpegna, coinvolgendo il Salone d’Onore, la Sala Bianca e il porticato borrominiano, creando un dialogo tra l’arte e l’architettura storica.
La mostra non si limita a presentare installazioni e opere – come immagini, francobolli, buste e lettere replicate all’infinito – ma diventa un’esperienza immaginifica e lisergica che invita lo spettatore a riflettere sul rapporto tra l’uno e il molteplice, sul tema del doppio, così caro all’artista. La mostra amplifica il concetto di ‘raddoppiare dimezzando’, sviluppandosi come un viaggio mentale e immaginativo attraverso opere che creano infiniti rimandi e giochi di specchi. “Questo percorso artistico è una trasmigrazione fuori dai confini corporei – elabora Marco Tirelli – che sorvola un maelstrom di arte, dove spunti, albe e tramonti sfuggono dall’orizzonte per creare nuovi piani esistenziali, dove l’opera d’arte diventa essa stessa tempo e definizione dell’esistenza”.
Tra le opere esposte, spicca ‘Opera postale’, realizzata nel 1993 in collaborazione con le Poste francesi, il Magasin – Centre National d’Art Contemporain di Grenoble e il Musée de la Poste. Collocata nel Salone d’Onore, l’opera si articola in 11 serie, composte da 506 buste affrancate e timbrate e altrettanti disegni a tecnica mista. Quest’opera, raramente esposta, rappresenta una summa del lavoro di Boetti, in cui lo spettatore è chiamato a partecipare attivamente, diventando parte integrante dell’opera stessa.
Nella Sala Bianca adiacente sono presentate alcune delle opere più iconiche dell’artista, come i celebri ‘Gemelli’, un fotomontaggio realizzato da Mario Ponsetti nel 1968 su indicazione di Boetti; ‘Storia naturale della moltiplicazione’, un imponente polittico composto da 11 carte quadrettate, e l’installazione ‘Io che prendo il sole a Torino il 19 gennaio 1969’, in cui l’artista si autorappresenta accanto a una farfalla, un simbolo dell’io che supera il limite fisico, della scintilla che trascende la materia.
Infine, sotto il porticato borrominiano, si trova ‘Autoritratto’ del 1993, un’opera in bronzo che esemplifica il processo di trasmutazione della materia in spirito, in pensiero e immaginazione. “Nessuna opera di Alighiero Boetti – conclude Tirelli – si esaurisce in se stessa, nella sua fisicità o nella data di realizzazione, ma apre sempre a nuovi significati. Ed è proprio questa la ragione dell’inesauribile energia che il lavoro di Boetti continua a generare”.