Acqua e Cambiamenti Climatici: Una Risorsa Vitale sotto Pressione
In un’epoca segnata da eventi climatici estremi, la domanda sorge spontanea: i cambiamenti climatici stanno influenzando la disponibilità di acqua potabile? La risposta, purtroppo, è affermativa. Fenomeni come siccità e inondazioni mettono a dura prova la qualità delle nostre risorse idriche.
Un’analisi condotta dal modello idrologico Bigbang dell’Ispra, che esamina le variazioni idriche in Italia dal 1951 al 2021, rivela una diminuzione del 20% nella disponibilità di acqua negli ultimi trent’anni. Guardando al periodo complessivo dal 1951 al 2021, si registra una riduzione significativa del 16% rispetto alla media storica annuale. Questo contesto si inquadra in un quadro più ampio di spreco idrico, con l’Italia che perde il 22% dell’acqua prelevata, posizionandosi tra i paesi europei con la maggiore impronta idrica.
La situazione globale non è meno preoccupante. L’Unesco stima che tra due e tre miliardi di persone affrontino carenze idriche, un problema destinato a intensificarsi, specialmente in ambito urbano. I cambiamenti climatici agiscono direttamente sul ciclo dell’acqua, causando un aumento della frequenza di eventi estremi e alterando la distribuzione delle precipitazioni. Durante le siccità, la riduzione del livello dell’acqua nei bacini idrici e l’aumento della temperatura dell’acqua diminuiscono l’ossigeno disciolto e aumentano la concentrazione di nutrienti e inquinanti, favorendo la proliferazione di alghe nocive.
Inoltre, le tempeste e le piogge intense possono sovraccaricare i sistemi fognari, mescolando acque reflue non trattate con acque di superficie e trasportando contaminanti diffusi, quali fertilizzanti, nei corpi idrici. Ciò può portare a episodi di contaminazione dell’acqua potabile, con gravi rischi per la salute pubblica.
L’Italia, insieme ad altri paesi mediterranei, è particolarmente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica. La previsione di riduzioni fino al 25% della disponibilità idrica in alcune regioni implica gravi conseguenze per l’agricoltura, l’industria e la sicurezza idrica.
Per affrontare questa sfida è indispensabile un approccio che combini la mitigazione dei cambiamenti climatici con strategie di adattamento volte a conservare e utilizzare in modo efficiente l’acqua. Questo implica un impegno globale e locale per migliorare la gestione delle risorse idriche, supportare pratiche agricole sostenibili, promuovere l’uso efficiente dell’acqua nell’industria e rafforzare la resilienza degli ecosistemi.
Inoltre, il diffuso sviluppo urbano, la presenza di industrie e allevamenti intensivi, insieme a vari fenomeni di inquinamento, aumentano la pressione sulle risorse idriche. Tra i contaminanti emergenti, le microplastiche rappresentano una minaccia crescente per l’ambiente acquatico e la salute umana, evidenziando l’urgenza di migliorare la gestione delle acque reflue e dei fanghi di depurazione.
In Italia, l’età avanzata delle infrastrutture idriche contribuisce alla perdita di acqua e pone sfide gestionali. Rinnovare e mantenere la rete di distribuzione dell’acqua è fondamentale per ridurre le perdite e garantire l’accesso all’acqua potabile.