Accordo di Parigi: siamo ancora in tempo per salvare il pianeta?
Nel dicembre 2015, dopo oltre un decennio di negoziati intensi, 195 Paesi hanno raggiunto un accordo storico sul clima durante la ventunesima Conferenza delle Parti (COP21) a Parigi. Questo accordo, firmato il 22 aprile 2016 presso la sede delle Nazioni Unite a New York, è entrato in vigore il 4 novembre 2016, dopo la ratifica da parte di almeno 55 Paesi responsabili del 55% delle emissioni globali di gas serra.
L’Italia ha ratificato l’accordo il 27 ottobre 2016, sottolineando il proprio impegno nella lotta contro il riscaldamento globale. Nonostante l’entusiasmo iniziale, l’attuazione degli obiettivi si è rivelata complessa, specialmente con decisioni come l’uscita degli Stati Uniti durante il primo mandato del presidente Donald Trump, scelta che ha segnato una battuta d’arresto importante.
I 5 pilastri dell’Accordo di Parigi
- Obiettivo dei 2 gradi
L’accordo si propone di mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, con l’aspirazione di limitarlo a 1,5 gradi. Tuttavia, alla luce dei dati più recenti, raggiungere questi obiettivi appare sempre più difficile. - Impegni dei Paesi
Ogni governo è tenuto a stabilire e implementare piani per ridurre le emissioni di gas serra, come anidride carbonica, metano e HFC (idrofluorocarburi), prodotti principalmente da attività umane. - Verifiche periodiche
Ogni cinque anni, gli impegni nazionali vengono riesaminati per valutare i progressi e stabilire nuovi obiettivi più ambiziosi. - Sostegno ai Paesi più vulnerabili
L’accordo prevede che i Paesi ricchi forniscano aiuti finanziari a quelli in via di sviluppo attraverso il Green Climate Fund, inizialmente fissato a 100 miliardi di dollari all’anno. Nel 2024, durante la COP29 a Baku, questo importo è stato triplicato a 300 miliardi di dollari, con un incremento graduale fino al 2035. - La COP come sede decisionale
Ogni anno, dal 1995, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) organizza una Conferenza delle Parti (COP) per monitorare i progressi e adottare nuove misure. L’Accordo di Parigi ha rappresentato una svolta politica grazie all’adesione di Stati Uniti e Cina, i due maggiori produttori di gas serra, che in passato avevano evitato impegni vincolanti come quelli del Protocollo di Kyoto.
Sfide e prospettive
Nonostante l’accordo rappresenti un traguardo significativo, il raggiungimento degli obiettivi rimane una sfida. I recenti dati sul riscaldamento globale indicano che i progressi sono troppo lenti, mentre eventi climatici estremi diventano sempre più frequenti. Tuttavia, l’aumento degli aiuti climatici e l’adesione di Paesi chiave come la Cina offrono un segnale positivo per il futuro.