Valle dei Laghi e Vino Santo Trentino
A quaranta minuti da Trento, ai piedi delle Dolomiti di Brenta, troviamo una delle zone più incantevoli del Trentino: la Valle dei Laghi. Dopo lunghi sali e scendi e gallerie buie, un’esplosione di luce ed ecco che ci si ritrova catapultati in una piccola oasi, una valle verdissima, in cui si alternano laghi, vigneti e le caratteristiche marocche, enormi massi franati dalle montagne che ora adornano la valle come tanti obelischi naturali.
Il Vino Santo
La specialità della Valle dei Laghi è il Vino Santo ricavato dalla Nosiola. È chiamato Vino Santo, perché i migliori grappoli vengono raccolti e messi sui graticci (arele) ad appassire nei solai fino a Pasqua. La concentrazione degli zuccheri è impressionante e si ha un calo del volume dell’80%, dovuto anche alla comparsa della muffa nobile, botrytis. Quello che rimane dopo la pigiatura è puro nettare che deve affinare per un minimo di due anni in botte; il succo è talmente denso di zuccheri che impiega anni per fermentare e nonostante questo, il Vino Santo mantiene un’acidità vivace che gli permette di sorreggere tutte le sue mirabolanti sfumature. State attenti quando pronunciate Vino Santo, che non vi scappi “Vin” Santo, che è toscano! Nessuno si offenderà, ma noterete che in un batter d’occhio verrete corretti con un deciso “Vino” Santo!
La prima tappa è Santa Massenza, un gruppo di case a ridosso dell’omonimo lago, con le montagne tutto intorno a fare da cornice. In questo microclima, a metà tra il mediterraneo e l’alpino, spicca la cantina di Francesco Poli, gestita dal figlio Alessandro. Rebo, Nosiola e Lagrein per una produzione biodinamica di grande eleganza: vini netti, decisi, in cui si ritrovano i profumi delle erbe e dei fiori che crescono sulle pendici di queste colline. Da non perdere assolutamente le due gemme della Valle dei Laghi: il Vino Santo da Nosiola, strepitosa l’annata 2001—si avete letto bene 2001—e ovviamente le grappe artigianali per cui il villaggio è famoso.
Una specialità culinaria di questa zona è la Ciuìga, un salame alla rapa nato dall’ingegno contadino. In queste zone una volta isolate e assai povere, la carne scarseggiava e per sopperire, si pensò di aggiungere della rapa bianca all’impasto per renderlo più “consistente”. Oggi non ha perso la sua disarmante bontà ed con gioia che possiamo gustare questo presidio Slow Food.
Ma continuiamo con il viaggio: una sosta al Lago Toblino per ammirare il castello è d’obbligo. Il ristorante è raffinato e i menù sono a base di buone materie prime del territorio, il prezzo è calibrato, in particolare vi consigliamo l’hamburger di cervo con asparagi verdi e gelato alla senape e la sella di maialino. Dopo una passeggiata intorno alle dolci acque, partiamo alla volta di un altro lago, quello di Cavedine, vicino cui sorge la cantina Gino Pedrotti. Giuseppe vi accompagnerà tra i filari inerbiti dove, grazie ad una coltivazione attenta e naturale, si è ricreato un microcosmo con al centro le vigne. Monumentale il suo Vino Santo, annata 2001, e molto interessante anche la Nosiola di casa, l’Aura. Vi consigliamo di visitare la cantina verso il tardo pomeriggio per approfittare del piccolo bistrot, per un piatto di trota affumicata da accompagnare alla Nosiola.
Riva del Garda è un’altra graziosa città per un pomeriggio tranquillo in riva al lago, per un po’ di fantasia in cucina invece il ristorante Al Volt è caldamente consigliato, non solo per la cucina creativa e gustosa, ma anche per una fornita carta dei vini. Come produttori di olio DOP Garda del Trentino consigliamo l’azienda biologica delle Madonne delle Vittorie, che produce un extravergine eccellente, dolce, con intriganti note piccanti. Oltre all’olio l’altra specialità è la carne salada, prodotto simbolo del Trentino, che nei comuni di Arco, Varone e Tenno raggiunge una qualità eccellente.
Per finire ci sarebbe una piccola food valley nascosta, tutta da scoprire per le prelibatezze che custodisce. Da Tione procedete verso nord e addentratevi nella Valle Rendena, nel cuore delle Dolomiti di Brenta. L’altitudine sale, l’aria si fa cristallina, e oltre a belle passeggiate troverete una piccola gemma incastonata nelle montagne: la Spressa delle Giudicarie DOP, un formaggio della tradizione delle malghe, prodotto con latte vaccino crudo, scremato e pressato nelle forme, da cui il nome. Ha una crosta dorata e una pasta asciutta, sapore dolce e un aroma d’alpeggio intenso, dovuto ai pascoli ad alta quota, pieni di fiori.