Anfiteatro di Sutri: uno dei siti archeologici più suggestivi della Tuscia
Sutri, borgo incastonato nella Tuscia viterbese lungo la storica Via Cassia, custodisce uno dei siti archeologici più suggestivi del Lazio: l’Anfiteatro Romano interamente scavato nel tufo. Un’opera imponente e silenziosa, nascosta per secoli dalla vegetazione, che oggi si offre al visitatore in tutta la sua potenza scenica. Qui non si entra in un semplice monumento: si scende in una conca di storia, un’arena che ha visto passare gladiatori, martiri, contadini e archeologi, fino a tornare protagonista della cultura contemporanea.
Storia e riscoperta
Costruito tra la fine del II secolo a.C. e il I secolo d.C., l’anfiteatro rappresenta uno degli esempi più rari e meglio conservati di architettura rupestre romana. Per secoli fu dimenticato, sepolto sotto terra e vegetazione. Solo tra il 1835 e il 1838, grazie all’intervento della famiglia Savorelli, venne riportato alla luce. L’area, fino ad allora usata come terreno agricolo, rivelò gradualmente la sua vera natura: un teatro di pietra scolpito nella collina.
Architettura
A differenza di molti anfiteatri romani costruiti con pietre squadrate e murature sovrapposte, quello di Sutri fu interamente scavato nella roccia tufacea. Ha una pianta ellittica, con un’area di circa 49,6 metri per 40,8, e poteva ospitare fino a 7.000 spettatori. La cavea si articola su tre ordini:
- Ima cavea: per i senatori e l’élite romana
- Media cavea: riservata alla piccola borghesia
- Summa cavea: per il popolo
Gli spettatori accedevano tramite i vomitoria, ingressi laterali che conducevano al deambulacro, il corridoio che circondava l’arena. L’effetto scenico è ancora oggi impressionante: un abbraccio di pietra che avvolge il visitatore in un silenzio millenario.
Il Parco Archeologico
L’anfiteatro è parte integrante del Parco Archeologico dell’Antichissima Città di Sutri, un’area di circa sette ettari che comprende anche:
- Una necropoli rupestre con oltre 60 tombe scavate nel tufo
- Il Mitreo, antico luogo di culto misterico trasformato successivamente nella chiesa cristiana della Madonna del Parto, con affreschi bizantineggianti
- Sentieri immersi nel verde tra pini, querce e piante mediterranee, ideali per passeggiate e percorsi naturalistici
Curiosità e leggende
Secondo una leggenda medievale, proprio nei pressi dell’anfiteatro sarebbe nato Orlando, il paladino di Carlo Magno. Sua madre, Berta, sorella dell’imperatore, sarebbe stata esiliata e avrebbe trovato rifugio in una grotta vicina, dove diede alla luce il futuro eroe epico. Questo racconto, tramandato oralmente per secoli, fa parte del fascino ancestrale che pervade l’intera area.
Alcuni sostengono anche che, nelle notti più silenziose, sia possibile sentire echi lontani: voci indistinte, passi veloci sull’arena, un suono d’armi che cozza contro il tufo. Realtà o suggestione? A Sutri, la linea tra le due è sempre sottile.
Informazioni utili
- Indirizzo: Via Cassia (SP82), Sutri (VT)
- Orari: Dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 19:00
- Chiusura settimanale: Lunedì
- Contatti: Ufficio Turistico – Piazza del Comune, 45 – Tel: +39 0761 609380 – Email: [email protected]
Come arrivare
Sutri si raggiunge facilmente in auto da Roma tramite la Cassia (SR2) in circa un’ora. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Capranica-Sutri, collegata da treni regionali. In alternativa, è servita da linee Cotral da Roma Saxa Rubra o da Viterbo.
Cosa fare nei dintorni
Dopo la visita all’anfiteatro, vale la pena proseguire l’esplorazione di Sutri con una passeggiata nel borgo storico, tra piazze medievali, vicoli fioriti e torri campanarie. Si consiglia anche la visita al Museo di Palazzo Doebbing, uno spazio espositivo d’arte contemporanea e sacra, ospitato in un edificio storico restaurato con gusto. Nei dintorni, perfetti per una gita, ci sono il Lago di Vico e la Riserva Naturale del Monte Fogliano, ideali per escursioni e pic-nic immersi nel verde.
Dove mangiare e dormire
Dopo una passeggiata tra archeologia e leggende, nulla di meglio che sedersi a tavola. La cucina locale propone piatti rustici e intensi, con funghi, cacciagione, zuppe e pasta fatta in casa. Consigliati i pici al sugo di lepre, il cinghiale in salmì, le tagliatelle ai funghi porcini, i dolci alle nocciole e il vino della Tuscia.
Tra le strutture più apprezzate:
- Ristorante Sutrium (Via Vittorio Veneto, 3 – Tel: 0761 609173): cucina tipica, vista panoramica, grande ospitalità.
- Locanda di Saturno (Via dell’Ospedale, 1 – Tel: 0761 609240): perfetta per cene romantiche in un’atmosfera d’altri tempi.
- B&B Etruria Life (Via Giovanni XXIII, 28 – Tel: 0761 609820): accogliente e centrale, colazioni abbondanti con prodotti locali.
