Che cosa è il vino novello e come si produce?
Il vino Novello rappresenta una categoria unica, un invito a scoprire i sapori e gli aromi freschi dell’autunno. O almeno questo è quello che vi diranno i vignaioli quando le nebbie di novembre iniziano a fare di nuovo capolino tra i vigneti.
In realtà quello del novello è, in Italia, un grande business che fa acqua da tutte le parti. Trovare un vino nuovo, appena fatto che sia potabile è praticamente impossibile e voi non dovreste neanche provarci. Piuttosto comprate un Beaujolais nouveau, cuocete due caldarroste e mettetevi in poltrona con la copertina sulle gambe, come un vecchio nonnino.
Ma non cerchiamo di nobilitare il vino novello italiano con il mito del buon contadino. Non è nient’altro che che un escamotage per fare un po’ di cassa facile, vendendo l’idea di una gioventù effervescente catturata in bottiglia. Ma la magia finisce subito qui.
Produzione del vino novello
Il vino Novello nasce da un processo specifico chiamato “macerazione carbonica“, un metodo che esalta la freschezza e la fruttuosità del vino. Non è una invenzione italiana, ma francese, ed è la tecnica usata per produrre il Beaujolais nouveau.
Scientificamente, questo metodo si basa su una fermentazione intracellulare che si verifica all’interno delle uve intere, ancora intatte. In condizioni anaerobiche (cioè in assenza di ossigeno), le cellule del lievito iniziano a metabolizzare gli zuccheri presenti nell’uva, trasformandoli in alcol. Questo processo avviene in un ambiente saturato di anidride carbonica, che si forma naturalmente durante la fermentazione.
La macerazione carbonica conferisce al vino Novello caratteristiche uniche: una bassa presenza di tannini, una struttura leggera e un profilo aromatico dominato da note di frutta fresca, come ciliegie, fragole, e a volte sfumature di banana e caramella. La breve macerazione, che dura solo pochi giorni, impedisce l’estrazione di tannini più aspri dalla buccia dell’uva, mantenendo così il vino morbido e piacevole al palato.
Sapori e Profumi: Un Carnevale di Sensazioni
Il Novello è noto per il suo bouquet vivace e giovanile. Al naso, spiccano le note di frutti rossi freschi, con tocchi floreali e talvolta erbacei. Al palato, questo vino regala freschezza, con una acidità equilibrata e una leggera effervescenza naturale che esalta ulteriormente la sua bevibilità.
I tannini sono molto tenuti, la struttura è blanda, sembra di bere una succo di frutti bosco più che un vino, ma almeno il grado alcolico è più basso rispetto ad un vino tradizionale, tanto che spesso non sorpassa i 10 gradi. Questo non significa che sia un vino leggero, anzi! Al contrario di quello che molti pensano non è un vino light in stile Moscato, ma soltanto una versione con meno tannini, antociani e polifenoli, visto c’è stato il contatto prolungato tra mosto e bucce.
Un altro mito da sfatare è la dolcezza. Il vino novello non è, normalmente, dolce. Sì, ci sono alcune bottiglie che hanno un filo di residuo zuccherino, ma sono rare. Quella sensazione di morbidezza e succosità super fruttata vi potrebbe far pensare che sia dolce e allora lo abbinate alla castagne, ma dolce non è,
Conservazione e Servizio: L’Arte del Momento
Essendo un vino progettato per essere bevuto giovane, il Novello non beneficia di un lungo invecchiamento, anzi è deleterio. Quindi, se un vostro amato amico vi invita a cena, dicendovi che vuole stappare un Novello del 1978, lasciate perdere e dite pure che avete un trapianto orecchie.
È consigliabile consumarlo entro un anno dalla vendemmia, al massimo per godere appieno della sua freschezza e vivacità. Servitelo leggermente fresco, a una temperatura di circa 13-15°C, per esaltarne i profumi e i sapori.