Prosecco: tutto quello che dovete sapere sul famigerato spumante italiano
Il Prosecco è lo spumante più venduto nel mondo, ma andiamo oltre. Un fenomeno culturale, un’icona dell’aperitivo italiano, il vino che ha trasformato il rito del brindisi in un piacere quotidiano accessibile e democratico. Simbolo di convivialità, freschezza e leggerezza, il Prosecco incarna la voglia di stare insieme e celebrare ogni occasione, dai grandi eventi alle serate in compagnia. Ma dietro il suo successo globale c’è una lunga storia di territorio, tradizione e modernizzazione.
The Basics
- Nome: Prosecco
- Zona di produzione: Veneto e Friuli Venezia Giulia, con il cuore tra Conegliano, Valdobbiadene e Asolo
- Vitigno: Glera (almeno 85%), con possibili piccole percentuali (fino al 15%) di altri vitigni autorizzati come Verdiso, Bianchetta Trevigiana, Perera, Glera Lunga, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Pinot Nero (vinificato in bianco)
- Denominazioni: Prosecco DOC, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, Asolo Prosecco Superiore DOCG
- Metodo di spumantizzazione: Charmat-Martinotti (rifermentazione in autoclave)
- Tipologie: Spumante, Frizzante, Tranquillo
- Residuo zuccherino: Brut, Extra Dry, Dry, Demi-Sec
- Gradazione: 11-12% vol.
- Superficie vitata: circa 27.000 ettari DOC, 8.600 ettari DOCG (dato 2024)
- Temperatura di servizio: 6-8°C
- Prezzo medio: dai 5-8 euro per Prosecco DOC, fino a 15-25 euro e oltre per i migliori DOCG
Origine e storia
Le origini del Prosecco affondano tra le colline del Veneto, già note in epoca romana per la produzione di vini frizzanti. Il nome deriva probabilmente dal villaggio di Prosecco, vicino a Trieste, ma la vera patria moderna del Prosecco è il triangolo tra Conegliano, Valdobbiadene e Asolo. A fine Ottocento nasce la scuola enologica di Conegliano, motore della spumantizzazione moderna: qui si affinano tecniche che oggi permettono al Prosecco di essere esportato in oltre 100 paesi e diventare la bollicina più venduta al mondo. Il successo planetario arriva negli anni Duemila, con la nascita della DOC e della DOCG, e il passaggio della parola “Prosecco” da nome del vitigno a denominazione di origine controllata.
Territorio e terroir
Il Prosecco deve tutto alle sue colline: i pendii tra Conegliano e Valdobbiadene, oggi Patrimonio UNESCO, sono un mosaico di microclimi, suoli calcarei, marne, argille e pendenze estreme (le “rive”). Qui la vite cresce tra boschi, torrenti e vigneti terrazzati che rendono unica ogni bottiglia. La zona del DOCG regala vini più complessi e minerali, mentre le pianure della DOC danno bollicine più fruttate e leggere.
Metodo di produzione
Il Prosecco si distingue per la spumantizzazione secondo il metodo Charmat-Martinotti: la seconda fermentazione avviene in grandi autoclavi d’acciaio, che preservano la freschezza aromatica e i profumi primari del vitigno Glera. Rispetto al metodo classico (Champagne, Franciacorta), il Prosecco offre bollicine più fini e delicate, un profilo aromatico immediato, fruttato e floreale, perfetto per chi ama la piacevolezza e la facilità di beva.
Stili e tipologie
Il Prosecco si presenta in versione Spumante (la più diffusa, con perlage fine e persistente), Frizzante (più leggero e rustico) e Tranquillo (rarissimo, senza bollicine). Il residuo zuccherino distingue tra Brut (meno di 12 g/l), Extra Dry (12-17 g/l, il più tradizionale), Dry (17-32 g/l) e Demi-Sec (più dolce, quasi da dessert). Le versioni Rive (cru collinari) e Cartizze (la “grand cru” di Valdobbiadene) rappresentano il vertice della denominazione, con vini di straordinaria finezza.
Caratteristiche organolettiche
Un buon Prosecco brilla nel calice: colore paglierino, perlage sottile, profumi di mela verde, pera, pesca bianca, acacia, glicine e agrumi. In bocca è fresco, scattante, con acidità viva, corpo leggero, sapidità equilibrata e una chiusura pulita, mai stucchevole. I migliori DOCG regalano anche note minerali, erbe di campo, crosta di pane e persino sentori balsamici nelle versioni più evolute.
Abbinamenti gastronomici e ricette
Il Prosecco è la bollicina dell’aperitivo per eccellenza: perfetto con finger food, cicchetti veneziani, tartine, insalate di mare, sushi, fritture di pesce, verdure in tempura, risotti primaverili. Ottimo anche con piatti della tradizione veneta come baccalà mantecato, sarde in saor, polenta e schie. Per chi vuole sperimentare, provatelo con tempura di gamberi e zucchine, carpaccio di branzino, crostini con ricotta e fave, torte salate di primavera.
Prezzo e produttori consigliati
Il prezzo del Prosecco varia: DOC di buona qualità tra 5 e 8 euro, i migliori DOCG (soprattutto Rive e Cartizze) dai 15 ai 35 euro. Le bottiglie iconiche o edizioni limitate possono toccare anche i 50 euro, ma sono eccezioni per collezionisti.
Ecco 8 produttori top da provare assolutamente:
- Nino Franco – Storico riferimento di Valdobbiadene, stile pulito e verticale.
- Adami – Specialista nelle Rive, perlage finissimo e grande territorialità.
- Ruggeri – Innovazione, attenzione alle singole vigne, ottime selezioni di Cartizze.
- Bisol 1542 – Famiglia storica, produce alcune delle bottiglie più premiate e longeve.
- Valdo – Ampia gamma, dalla tradizione alle riserve.
- Bortolomiol – Pionieri della DOCG, sempre ai vertici per eleganza e bevibilità.
- Ca’ dei Zago – Produttori artigianali, solo fermentazione spontanea, grande autenticità.
- Col Vetoraz – Tra i più premiati della collina di Valdobbiadene, stile raffinato e sapido.
FAQ e curiosità
- Il Prosecco è sempre dolce?
No, il Prosecco Brut è molto secco, Extra Dry ha un residuo zuccherino maggiore, Dry e Demi-Sec sono i più morbidi. - Il Prosecco è solo spumante?
No, esiste anche Frizzante e, raramente, Tranquillo. - Che differenza c’è tra Prosecco DOC e DOCG?
La DOCG viene solo dalle colline storiche di Conegliano, Valdobbiadene e Asolo: più selezione, rese più basse, qualità superiore. - Il Prosecco si può invecchiare?
I migliori DOCG (soprattutto Rive e Cartizze) reggono bene qualche anno, ma il Prosecco si beve principalmente giovane. - Che bicchiere usare per il Prosecco?
Flûte o tulipano: aiutano a valorizzare il perlage e i profumi.
Tutto il prosecco è prodotto con metodo Martinotti?
La risposta è: quasi tutto il Prosecco è prodotto con metodo Martinotti (Charmat), ma non tutto!
Metodo Martinotti/Charmat
Il 99% del Prosecco (sia DOC che DOCG) viene spumantizzato con la rifermentazione in autoclave (acciaio), per preservare la freschezza aromatica, la fragranza e il perlage sottile che sono la cifra stilistica di questo vino.
Metodo Classico
In rari casi, soprattutto tra piccoli produttori artigianali o per edizioni speciali, si può trovare Prosecco prodotto con metodo classico (rifermentazione in bottiglia, come Champagne e Franciacorta).
La DOCG Conegliano Valdobbiadene lo prevede come “variazione” autorizzata: si chiama “Prosecco Metodo Classico” o, più correttamente, “Spumante Metodo Classico di Conegliano Valdobbiadene”.
Non può essere chiamato semplicemente “Prosecco DOCG” in etichetta, ma solo “Spumante Metodo Classico” o con altre denominazioni commerciali, a seconda del disciplinare.
Prosecco col fondo
Da non confondere: alcune versioni tradizionali e artigianali, dette anche “col fondo”, “sur lie” o “rifermentato in bottiglia”, prevedono la rifermentazione naturale e la presenza di sedimenti. Si tratta comunque di una piccola nicchia e, spesso, queste bottiglie non riportano in etichetta la denominazione Prosecco, ma solo la menzione “Frizzante col fondo”