La Storia Millenaria della Viticoltura Altoatesina: Da Antichi Insediamenti a Moderna Innovazione
Origini e Evoluzione della Viticoltura in Alto Adige
La storia della viticoltura altoatesina affonda le sue radici nell’antichità, iniziando con i Liguri, che si trasferirono nella regione attraverso il Golfo di Genova, stabilendosi nell’area che oggi conosciamo come Bolzano. Successivamente, intorno al 2000 a.C., durante l’età del bronzo, giunsero altre popolazioni come gli Illirici dal Nord e dall’Est. Nel corso dei secoli, la regione vide l’influenza di Etruschi da Sud e Celti da Ovest.
Si ritiene che furono proprio gli Illirici, intorno al 1000 a.C., a introdurre la viticoltura nella valle dell’Adige. Le prove archeologiche di questo sviluppo includono il ritrovamento di un recipiente in bronzo del 700 a.C. vicino a Bolzano e un contenitore di terracotta con semi di vite scoperto vicino a Bressanone, datato al 500 a.C.
Con l’arrivo dei Romani nel 15 a.C. e l’annessione del territorio retico all’Impero Romano, la viticoltura ricevette un notevole impulso. I Romani costruirono anche la via Claudia Augusta, che facilitava gli scambi commerciali tra i Paesi nordici e i Romani, contribuendo ulteriormente allo sviluppo della viticoltura nella regione.
Il primo grande colpo al settore vitivinicolo fu l’oidio della vite, osservato per la prima volta nel 1845 in Inghilterra e arrivato in Alto Adige nel 1850. Successivamente, la peronospora della vite colpì la regione nel 1880, seguita dalla temuta fillossera nel 1901, che devastò molti vigneti.
Dopo la divisione del Tirolo nel 1919 e l’annessione dell’Alto Adige all’Italia, i viticoltori affrontarono difficoltà significative a causa di cambiamenti nei mercati tradizionali e la concorrenza interna italiana. Questo periodo di crisi continuò fino alla metà del XX secolo.
Il rinnovamento varietale iniziato dall’arciduca Giovanni attorno al 1850 portò all’introduzione di varietà come il Cabernet e i Pinot, e più tardi il Riesling Renano e il Traminer, contribuendo a una diversificazione delle colture viticole.
La fondazione della Scuola Agraria di San Michele all’Adige nel 1874 segnò un momento cruciale per la formazione e lo sviluppo tecnico della viticoltura regionale. Dopo la seconda guerra mondiale, ci fu un significativo ammodernamento del settore, con l’abbandono delle varietà meno pregevoli e l’aumento della produttività delle varietà migliori. Questo processo includeva l’abbandono delle zone meno adatte alla viticoltura di qualità, come quelle di fondovalle, e l’espansione nelle aree più favorevoli come la Valle d’Isarco e la zona di Caldaro.