Le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene patrimonio dell’Unesco
É ufficiale, oggi 7 Luglio le rigogliose colline del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano sono entrate a far parte dell’ambita lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco, un riconoscimento rincorso da anni dal consorzio. Se parliamo di pura prospettiva estetica è un premio meritato, sono colline splendide, che l’uomo con il suo lavoro è riuscito a trasformare in una geometria verde di incantevole bellezza.
Ma leggiamo cosa ha dichiarato il ministro Moavero: “Le splendide Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono da oggi il 55mo sito italiano iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco. Con la decisione dell’apposito Comitato di selezione Unesco, si riconosce il valore universale di un paesaggio culturale e agricolo unico, scaturito da una straordinaria, sapiente interazione tra un’attività produttiva di eccellenza e la natura di un territorio affascinante”.
Parole di rito che non aggiungono niente di nuovo, tutti ormai sappiamo quanto la zona del Prosecco sia esplosa, diventata uno dei principali produttori di sparkling wine, che tanto adorano all’estero. La Prosecco mania continua e non si fermerà mai, è in nuovo miracolo italiano, una terra felice, ma siamo sicuri che questo riconoscimento sia un bene?
È un bene per l’ambiente avere monocolture dominanti? È un ambiente sano per le persone che circondano questi vigneti che vengono spesso trattati con sostanze chimiche? I trattamenti contro peronospora e oidio sono un bene per le falde, dove queste sostanze chimiche poi finiscono? Le acque sono pulite? È davvero un bene per l’uomo questa forzata simbiosi tra uomo e vigna spinta fino al parossismo, tanto che gli unici alberi sono vigne? Quanti trattamenti all’anno si fanno? Il vento fin dove porta i trattamenti? E il rame che usano i contadini del biologico che livelli ha raggiunto? Come reagisce una collina dopo che è stata sbancata e scavata per fare posto ad una vigna? Diventa più solida e aiuta a prevenire lo smottamento? Il suolo si erode? Forse no se è inerbita, ma sì se usate il diserbo. E dove finiscono poi i diserbanti?
Ma dopo tutto, ci stava come riconoscimento, dopo la Muraglia Cinese, le Galapagos e Tebe, perché non dovrebbero inserire anche le colline che ci danno il frizzante più amato al mondo?