I protagonisti del vino: intervista ad Alberto Rusticali, patron della Tenuta Uccellina, produttore di Burson
Il fatto: la Tenuta Uccellina si conferma ancora una volta una delle più interessanti cantine della Romagna. Durante una degustazione alla cieca, organizzata nel Ristorante Boccon Divino a Bagnacavallo, il 26 Novembre 2013, il Bursôn Etichetta Nera 2008 dell’Uccellina ha sfidato quattro grandi vini italiani, della stessa annata, tra cui Amarone, Aglianico, Barbaresco e Primitivo, scelti dall’enologo Sergio Ragazzini. La sfida tra i pesi massimi è stata vinta in maniera schiacciante dal Bursôn dell’Uccellina, ottenendo ben 170 preferenze di addetti ai lavori e semplici appassionati.
Non ci soffermiamo più di tanto sui complimenti: ormai la Tenuta Uccellina ci ha abituato a questi successi e conosciamo la passione che mette nei propri vini. Pertanto siamo andati ad intervistare il vignaiolo che c’è dietro questo successo, il patron della Tenuta Uccellina, Alberto Rusticali, aiutato in cantina dal figlio Hermes e dalla moglie Antonietta Amoroso.
Quando avete iniziato a fare vino?
Come Tenuta Uccellina nel lontano 1986, facevamo vini DOC classici di Romagna, Sangiovese e Albana.
Quando siete partiti con l’avventura Burson?
Appena è venuto fuori, ci siamo lanciati subito nel 1998, visto che siamo tra i soci fondatori del Consorzio Il Bagnacavallo.
Quale sono le sfide e le difficoltà nel produrre un vino complesso come il Burson?
La sfida principale è in vigna. Il Burson ha una natura molto generosa e il diradamento è abbastanza consistente: almeno la metà viene buttata giù. Ha un potenziale di 300 quintali per ettaro. Noi vogliamo avere qualità e concentrazione quindi lo teniamo sotto controllo e poi anche la vendemmia è fatta a mano, con cura, in cassette e poi messo in fruttaio per l’appassimento.
Con una lavorazione così artigianale, le bottiglie non saranno tantissime?
Infatti, siamo sulle 5000 bottiglie di Burson Etichetta Nera e 5000 di Burson Etichetta Blu.
Parliamo un po’ dell’appassimento, la fase più affascinante e particolare di tutto il processo.
È molto semplice. Il Burson ha dei tannini molto potenti, è insieme al Tannat e al Sagrantino tra i vini più tannici al mondo e per questo l’appassimento aiuta a trovare morbidezza ad arrotondare questa massa tannica poderosa. Dopo non dimentichiamoci che ci sono anni di affinamento in botte per andare a rifinire ulteriormente i tannini!
Ci parli della sua cantina, la Tenuta Uccellina.
Siamo una classica cantina a conduzione familiare. Ad aiutarmi ci sono mia moglie Antonietta Amoroso e mio figlio Hermes. Facciamo tutto a mano, con l’aiuto di qualche operaio durante la vendemmia, ma ogni lavorazione è seguita personalmente.
La cosa più difficile in cui si è imbattuto negli ultimi anni?
Ottenere un vino che piaccia e vincere il pregiudizio. Il Burson è stato relegato a vino di seconda categoria per troppo tempo. Gli inizi sono stati duri, noi tutti produttori dovevamo imparare a domare il Burson, ma ormai i risultati sono molto buoni: è ora di dargli fiducia! È morbido e ha potenziale!
E la sfida di questa sera lo dimostra chiaramente.
È una bella soddisfazione, soprattutto se andiamo a vedere il prezzo. Abbiamo battuto anche un Amarone che costa il doppio…
Qualche dettaglio più tecnico sull’appassimento, sul Burson? Stiamo parlando di un nuovo Amarone?
Dura un mese, non di più. Ha già 12.5 appena lo raccogli. La Corvina fa 9 gradi per darti un dato. Sono uve diverse chiaramente. Dal 25 settembre si raccoglie e poi appassisce per tutto Ottobre. La vinificazione è classica, macera con le sue bucce per trasformare tutto lo zucchero. I tempi non sono mai uguali, dipende dall’annata e dalla stagione.
Parliamo dell’affinamento.
In legno francese, tonneaux da 500 litri, minimo 18 mesi. Noi siamo a 4 anni di affinamento, devo tirare fuori il 2009.
Come potenziale di invecchiamento in bottiglia?
Abbiamo aperto delle bottiglie 2002…
Ed erano?
Buonissime! Un nostro cliente sommelier ha stappato un 98 e ci ha chiamato: eccezionale. Il problema è che siamo giovani, non c’è uno storico, la storia del vino è giovane…
La storia la state facendo voi.
È vero, e questo ci riempie di orgoglio. Il Burson è a buon punto, ma possiamo e dobbiamo migliorare. Le possibilità ci sono e dobbiamo assolutamente valorizzare il nostro patrimonio.
Grazie per il tuo tempo e complimenti ancora.
Grazie a voi!