Tramin Unterebner Pinot Grigio 2016: un nuovo potere sta sorgendo nelle Dolomiti
Il Tramin Unterebner Pinot Grigio 2016 è un vino colossale che nasce dalla Dolomiti e osa. Prende il volo da un base agrumata e fruttata opulenta, affina in legno, fa i muscoli e poi si libra in cielo sospinto da una splendida mineralità e da tanta freschezza.
Ormai le cantine dell’Alto Adige hanno capito che il terroir dolomitico che hanno a disposizione ha un potenziale di spessore e complessità unico. Ormai i tempi delle grandi rese e dei vinelli magri tutto sale e limone sono finiti. Si punta giustamente a più cremosità, alla stratificazione, allo sviluppo delle caratteristiche organolettiche e al volume aromatico e non soltanto alla tipicità.
Il rovescio della medaglia è il marchio del legno usato per affinare questi vini così ambiziosi. Spesso appesantisce e maschera la naturalezza e l’evoluzione, altre volte è ben dosato e fa da propulsore, aggiungendo opulenza con garbo. Non è detto che il vino debba essere solo fatto in acciaio o cemento o in anfora. L’influsso del legno ci sta, ma va dosato e gestito bene, altrimenti crea stilizzazione fine a sé stessa e pastosità inutile.
Bere vini naturali, tutta polpa e succo va bene, ma non per questo i vini convenzionali vanno demonizzati, soprattutto quando dietro la produzione di questi vini c’è così tanta cura, attenzione e .
È un vino che vuole snaturare il concetto di vino altoatesino, che punta al mercato americano e che fa impazzire Suckling e Parker? Strizza l’occhio ai grandi bianchi borgognoni che solo dopo 10 anni di riposo riescono ad emergere dalle spire del legno per esprimere il proprio carattere varietale?
Queste sono considerazioni commerciali che non ci interessano, anche perché questo Unterebner Pinot Grigio 2016 non è barricato aromaticamente parlando e non ha fatto barrique, ma tonneaux e solo in parte.
Come viene prodotto
Le uve provengono da un cru che si trova ad una di altitudine 600 metri, le vigne hanno dai 10 ai 30 anni e godono di un’ottima esposizione sud-est. Il suolo è un misto di calcare, argille e porfido, il resto lo fanno l’escursione termica e le Dolomiti, che portano aria fresca, ottima per rendere aromatiche le uve, evitando una cottura al forno. Dopo la vendemmia il mosto fermenta in tini di legno e tonneaux. La fermentazione malolattica non viene interrotta. Affinamento sui lieviti in botti grandi e tonneaux.
Caratteristiche organolettiche
Il risultato è vino corposo, giocato su questo dualismo fatto di burro e acidità, un gioco tra sale e spezie, tra frutto maturo e profondità e slancio. E sinceramente il gioco vale la candela. Forse non sarà un vino tirato e nevoso tutto polpa, ma compensa con lo sviluppo aromatico che ha sviluppato prima e in legno e poi in bottiglia.
Certo, questa è l’annata 2016 e qualche anno di riposo in bottiglia gli hanno fatto molto bene, hanno arrotondato l’aggressività fruttata e minerale, fondendole con frutto e i sapori del legno, creando più armonia. L’annata 2020 è molto meno avvolgente, ma questo è solo un problema di gioventù, non di qualità.
Il bouquet è pindarico, sembra di essere in una ricetta di pasticceria in alta quota, catapultata in una piantagione tropicale dove infornano H24 nani da giardino fatti di marzapane.
Il frutto è maturo, ma ha un piglio austero, tutto è giocato su toni lisergici dal colore acido fucsia: mela cotta, banana pudding, torta di mele con vaniglia affogata nel tabacco e spolverate di salvia secca e limone cotti a bassa temperatura in brodo di mango.
Ci trovate di tutto e ovviamente non mancano le classiche spezie tipiche del Pinot Grigio. Nel complesso è un bel trip, ha molto da dare, ma non perde mai lucidità e ha una certa eleganza. Non è sicuramente lineare.
Al palato riserva grandi sorprese. La finezza è nascosta sotto cuscini di crema pasticcera e sapori di roccia, ma si sente. Si percepisce la stoffa e la consistenza. Scorre molto pieno e goloso su un mare di burro, tuttavia, la supernova di sale e limone fermentato in koji aiuta a bilanciare.
Se state cercando un vino istrionico, profondo e laminare nello sviluppo lo avete trovato, se vi piacciono le spremute di succo e lieviti indigeni in stile sour, lasciate stare.
Prezzo
22-24 euro: una cifra accettabile da sborsare.