Sangiovese Casa Sant’Orsola: il peggior vino rosso italiano mai assaggiato
Il Sangiovese Casa Sant’Orsola è uno dei vini più agghiaccianti e anonimi che abbiamo mai bevuto.
Caratteristiche organolettiche
Non si sente nulla al palato, solo un calore fastidioso che brucia la lingua senza lasciare alcuna sensazione piacevole, ma soltanto rimpianti, sconforto e desolazione. I profumi sono lievi e scialbi, tipo un profuma ambienti al gusto lampone e aceto shakerati e lasciati sul cruscotto sotto il sole in estate con due Arbre Magique a corredo.
Ma la vera domanda è perché producono questi vini inutili che anche lo scarico del lavandino si rifiuta di bere?
Chi ha il coraggio di bere questa bibita dal colore purpureo pulsante da cui emanano profumi che non ricordano nulla di terrestre, ma soltanto agglomerati polimerici bruciacchiati?
C’è davvero bisogno dell’ennesimo, insulso Sangiovese di Puglia venduto a 2,5 euro la bottiglia?
No, la verità è che questo vino è una scusa, un prodotto dannoso per l’ambiente, a causa dell’acqua che consumano le vigne e per l’anidride carbonica prodotta durante il processo produttivo. Per non parlare del trasporto dalla Puglia in tutta Italia.
Bisognerebbe estirpare ettari ed ettari di vigneti per promuovere la qualità e ridurre gli sprechi e gli abomini vitivinicoli. Che senso ha produrre e vendere un vino a questa cifra? Perché svendere il prodotto della terra?
Perché mettere sul mercato un prodotto imbarazzante per la viticoltura italiana? Per metterlo nelle ceste di Natale da 12 euro in vendita alla Lidl o che ti regalano le persone che ti odiano di più al mondo per farti un dispetto?
Forse, è giunto il tempo di fare considerazioni serie e rivedere il concetto di vino e investire nella qualità, anche alla luce della tremenda catastrofe climatica che stiamo vivendo in questo 2022 e della conseguente siccità. Ha senso irrigare le vigne con ettolitri di litri per produrre un vino patetico e privo di ogni qualità o è meglio investire le ultime risorse in qualcosa di più sensato?
Sia ben chiaro che questo discorso vale per tutte le regione e i fake food che trovate su questo sito, a partire dagli obbrobriosi Trebbiani che vengono prodotti nella pianura della Romagna da cantine sociali, da Galassi o il Crete di Lamone o il Borgo Rubicone Trebbiano IGT.