Pinot Nero annata 2010, 2011, 2012
Il Pinot Nero è il principe del Trentino Alto-Adige. Ci sono tre grandi zone dove ha messo radici profonde. In Trentino, sulle colline a nord di Trento, vicino a Lavis. Pochi i produttori ma con ottimi risultati: i vini sono austeri, eleganti e strutturati; anche se la vera specialità del Trentino rimane il Pinot nero spumantizzato, che si contende con Franciacorta e Oltrepò pavese lo scettro di re delle bolle. Abbiamo poi le colline di Montagna ed Egna, con il gran cru Mazzon, dove il Pinot Nero italiano è nato e continua a progredire annata dopo annata, regalando vini molto intensi e fini grazie a un terroir a base di arenarie e siltiti: i migliori in Italia. Chiudiamo con le valli a nord di Bolzano. Non sono tantissimi a coltivare un vitigno delicato come il Pinot Nero in una terra così impervia e storicamente votata ai bianchi. Tuttavia questi vignerons di montagna stanno interpretando in maniera encomiabile un microclima perfetto che affila e arricchisce un vitigno già nobile come il Pinot Nero.
XX Pinot Nero 2011, Tenuta Dornach, Patrick Uccelli
Dalle vigne, coltivate in regime biodinamico, di Cortina della Tenuta Dornach ecco una bottiglia stellare, naso scuro e compresso che si apre poco alla volta, intrigando con spezie e anice. Bocca tesa, morbida, ma con un tannino vivace che scorre tra picchi di sapidità esaltante. Finale muschiato e pieno. Un grande Pinot Nero, franco che di più non si può, con una vita molto lunga davanti a sé. Abbinamento: cosciotto di agnello alla brace.
Pinot Nero Meczan 2012, Hofstatter
Un vino semplice e ben fatto, tutto giocato sull’equilibrio. Non ci sono sbavature, a partire dal colore rubino vivace. Il profumo di fiori freschi, come gelsomino e geranio, ciliegie e note terrose è fine, netto, pulito. Il palato è morbido, la freschezza è equilibrata, il lungo finale lascia ricordi di frutta. Da bere giovane con costolette di agnello o pollo alla diavola. Rapporto qualità prezzo insuperabile per un Pinot Nero da stappare tutti i giorni: diventerà il vostro migliore amico. €7.
Pinot Nero Crozzol, 2011, Hofstatter
Limpido, rubino trasparente. Il naso è austero, i profumi emergono poco alla volta: rosa, lamponi, ribes, fragoline di bosco, una leggera nota di sandalo e affumicatura dovuta all’affinamento in legno. In bocca è morbido, con un equilibrio rotondo in cui spicca comunque un’acidità mentolata che torna e si rinfresca ad ogni sorso. Un Pinot Nero rustico ed intrigante da abbinare a tonkatsu (豚カツ) con senape e cavolo. Un ottimo ariete per ammansire i piatti più sostanziosi. €16
Pinot Nero Riserva Mazon, 2010, Hofstatter
A guardarlo si resta ipnotizzati dai riflessi granati che ondeggiano nel bicchiere. Il naso è vibrante e complesso senza stancare. I fiori freschi si sono essiccati in un elegante pot-pourri; amarene e frutti di bosco stanno maturando in un sottobosco dove spuntano funghi e pepe. L’intensità degli aromi è eccezionale. In bocca si alternano tutte le sfumature tipiche del Pinot Nero fuse in un corpo potente, ma agile. I fiori svaniscono lentamente in un tannino dolce, lasciando un ricordo tostato di caffè e cacao che andrebbe abbinato a “tutto il piccione” del ristorante Povero Diavolo, ma anche ad un semplice filetto di salmone con salsa di soia, aglio e sesamo. Un jolly per risolvere ogni abbinamento, anche con cibi elaborati. €22.
Pinot Nero Barthenau Vigna S. Urbano 2010, Hofstatter
Quando un vino è veramente grande? Quando del semplice succo d’uva fermentato va oltre il proprio limite fisico e ci trasmette le stesse sensazioni dell’Arte. Quando non sentiamo più le singole componenti del vino, perché sono sublimate in un tutto molto più espressivo della semplice somma. Il vino ha preso vita e ci racconta la sua storia. E allora parlare di punteggi diventa triviale, la razionalità lasciamola da parte, perché nessuno si sognerebbe di dare un voto alla Cappella Sistina o ai notturni di Chopin. Ma andiamo a vederle nel dettaglio queste componenti. Il primo impatto è una fontana di ribes, fragoline e ciliegie mature su cui scivolano petali di rosa e foglie di te. L’acidità è incisiva senza mai diventare scorbutica, come si addice ad un Pinot Nero di razza. Le sfumature di caffè tostato sono invitanti, le noci ammiccano accanto a cacao e coriandolo, le note eteree nobilitano il bouquet, nel sottobosco sbocciano tartufi e muschi. Non manca nulla, gli aromi sono persistenti e densi, come il colore rubino brillante. Se c’è una sbavatura è il tannino. Deciso, ma un po’ troppo spigoloso. Non è un problema, anzi è il suo lasciapassare per l’eternità. Questo Pinot Nero non ha limiti negli abbinamenti. Da un umile pita gyros affogato nello tzatziki, alle quaglie en sarcophage di babette.
Pinot Nero Schweizer 2010, Franz Haas
Subito dopo il Barthenau non poteva mancare il suo diretto concorrente, meno denso, ma più etereo. Il Pinot di Haas è impeccabile, caldo con un gusto rotondo che riempie la bocca. In questo vino colpisce la semplicità con cui questa melodia—fragoline di bosco, mentolo, eucalipto, muschio—scorre senza interruzioni, fluidissima, seducendo con profumi sempre nuovi che tratteggiano, sorso dopo sorso, un affresco raffinato in cui ogni pennellata è posta al punto giusto in un gioco di equilibri tra un’acidità profonda, un tannino asciutto e la consistenza delle spezie. Da un sottobosco di luci e ombre si passa al caffè, ecco una spolveratina di cacao, poi arriva la sensazione di anice e gelsomino, infine una ventata di menta. Dalla grandiosità della Cappella Sistina, si passa al dettaglio geniale della Dama con ermellino di Leonardo. Un Pinot Nero eclettico da abbinare al clavicembalo ben temperato di Bach, souvlaki, pollo al curry e peperoni, cuscus trapanese con menta, uvetta.
Pinot Nero 20011, Franz Haas
Sapido e cremoso in bocca, anche se la traccia di vaniglia è un po’ troppo invadente e appiattisce un flusso altrimenti sontuoso di fragoline, humus e menta. Ottimo prodotto con una bevibilità eccezionale, rotondo, equilibrato e incisivo, figlio della meticolosità di Franz, che non esita mai sulla strada del perfezionamento del Pinot Nero. Meglio l’annata 2008 che risulta più fine come speziatura. zuppa di miso con patate e verdure, sushi di tonno e foie gras, fegato alla veneziana. €20.
Pinot Nero Trattmann Riserva 2012, Girlan
Girlan è la cantina sociale dei produttori di Cornaiano, un paesino di 2200 persone. Ogni anno, a metà ottobre, il paese organizza una festa per la consegna dell’uva e tutti i paesani indossano i vestiti tradizionali, per festeggiare un evento fondamentale per la sopravvivenza della comunità. Ecco il loro Pinot è così: caldo, pieno di sfumature e colori di queste terre, spontaneo, allegro. Anche il colore trasparente non ha nulla da nascondere: granato brillante. Il profumo sale immediatamente al naso con fragoline, ribes e mirtilli maturi. Le note eteree sono ben scandite. Humus, caffè e noci ondeggiano tra una buona sapidità e un tannino morbido, ma prestante, che fanno di questo Pinot Nero un ottimo vino, considerato il costo onestissimo. Si sposa a petto d’anatra al tartufo con gâteau di cavolfiore e menta. €20.
Pinot Nero Palladium 2013, K. Martini & Sohn
Ogni anno nel mondo c’è una sicurezza. Il vino della cantina Martini. Un vino pulito, tenace, elegante. Apre con frutti rossi, rosa canina, lavanda. La giusta dose di spezie arricchisce senza appesantire. Il tannino scorre piacevolmente. L’acidità è in linea con l’equilibrio generale. Il finale è appagante, lascia un ricordo mentolato. Il prezzo gli vale una medaglia d’oro: 13 euro. Abbinatelo a kimchì non troppo piccante, khao pad goong o involtini allo speck.
Alto Adige Pinot Nero, Abtei Muri Riserva 2012
Un vino dalle caratteristiche tipiche, con un profumo fresco di lamponi e more, speziatura complessa che si svolge lentamente in note di sandalo e cocco. È un vino caldo e rotondo che vi aiuterà molto negli abbinamenti. In realtà il voto comprende anche un bonus: la sua estrema versatilità. Avendo un’acidità vibrante e un tannino mansueto è un vino perfetto per aggiungere un tocco acido e fruttato all’abbinamento senza l’ingombro del tannino. Provate questo Pinot Nero con il phở, la tipica zuppa vietnamita, per l’armonia delicata che si sviluppa con coriandolo, anice, zenzero. €20.
Pinot Nero Sanct Valentin 2012, cantina San Michele Appiano
Un’altra cantina sociale che nonostante i grandi numeri, sforna bottiglie eccellenti. Abituarsi alla qualità non è mai stato tanto facile, perché spesso anche le cantine più grosse hanno una linea di vini proveniente da piccoli appezzamenti che le mettono in competizione con gli artigiani dei grappoli. Prendete questo vino: eleganza pura. Un cuore rosso di ciliegie, gelsomino e lamponi racchiuso in uno corpo scolpito da spezie dolci, zenzero, con ventate fresche di menta e muschio a intermittenza. Rotondo e intenso, con un bel tannino che sorregge il tutto senza intralciare.
Non si può chiedere di più ad un Pinot Nero che adora le note salate-caramellate del maiale allo zenzero con shiitake o semplice pollo fritto con salsa di porri e cardamomo. €24.
Valle Venosta, Pinot Nero 2012, Tenuta Unterortl, Castel Juval
Questa cantina, di proprietà di Reinhold Messner ma gestita da Gisele e Martin Aurich, non solo produce uno dei migliori Riesling di tutta Italia, ma anche un Pinot Nero incredibile. La caratteristica principale di questo vino è la sapidità, abissale e sfaccettata come le montagne che circondano i questi vigneti. Certo anche il tannino fa la sua parte, è soffice e accompagna il vino donandogli una consistenza decisa, ma senza farsi notare troppo. Al naso è un turbine di ribes, rose, fragoline di bosco, cardamomo, cocco e caffè espresso, poi in bocca si sente un tocco affumicato di caramello e ancora a chiudere questa splendida carica minerale che dà al vino un finale roccioso a questo gioiello nascosto tra le Alpi. Considerata la sapidità dolce e tostata di questo Pinot Nero è doveroso l’abbinamento con una tenera lombata di maiale glassata con marmellata di arance. €18.