Hamburger di soia Valsoia: recensione e scheda tecnica
È con un certo dispiacere che annoveriamo gli hamburger di soia Valsoia tra i fake food, perché come gusto ci sono piaciuti. Uno dei pochi hamburger vegetariani di soia edibili a dire il vero. Se non fosse per la presenza dell’albume, potrebbero anche ambire a grand cru hamburger deluxe vegan definitivi, ma con l’albume non si scherza…
Gli ingredienti degli hamburger di soia Valsoia sono abbastanza innocui, quasi tutta soia con vari condimenti, un po’ di glutammato, insaporitori vari, ma niente di pernicioso.
La consistenza invece è un problema, sono praticamente delle polpette quasi panate, pre-fritte, tuttavia il gusto non è malvagio e anche alla prova di 4-5 mocciosetti spocchiosi sono stati divorati senza tanti problemi. A dire il vero sono un po’ secchi, ma diciamo che la sufficienza la prendono, dopo tutti non li ha fatti Bottura.
Ricapitoliamo gusto, ok, consistenza accettabile, ma inquietante, ingredienti rispettabili, ma c’è un grosso, grasso problema, la confezione.
Il packaging degli hamburger vegetariani Valsoia
Qui rasentiamo la beffa, le immagini ritratte sulla confezione sono a dir poco scandalose, troppo carnose, polpose e succose, e non corrispondono per nulla al dischetto da hockey che troverete dentro.
La consistenza, il colore, lo spessore, il processo di pre-frittura, i bordi perfettamente definiti, geometricamente perfetti e anche la materia con cui sono fatti non corrispondono al fake del packaging. E quindi aggiorniamo la classifica del packaging più ingannevole della storia del food con questi hamburger di soia Valsoia, balzano prepotentemente al primo posto. Medaglia d’oro dell’inganno. Sull’immagine ci sono anche i segni della griglia, chiaramente finti, ma provate a cuocerli alla griglia e diventano aridi come il deserto del Sahara. Ok, va bene, è brutto presentare un prodotto già fritto e secco in copertina, ma almeno un minimo di decenza.
Valori nutrizionali degli hamburger vegetariani di soia Valsoia
Grassi pochi, proteine tante, ma è un prodotto a base di soia e va bene, ma un altro problema non indifferente è che con un dischetto da hockey di soia Valsoia vi mangiate 1,2 grammi di sale, 1/5 della vostra dose giornaliera di sale. È molto, certo ci sono prodotti che ne hanno il doppio, ma la linea Valsoia si presenta come prodotto sano, leggero e vegetariano e dovrebbe curare maggiormente questo aspetto se vuole veramente candidarsi come azienda produttrice di cibo sano. Non so voi, ma con un hamburger di soia da 75 non vi sfamate un granché e se ne mangiate 2 vi giocate metà del sale giornaliero, aggiungete pure verdure al vapore e insalata, ma attenzione a non esagerare con il sale.
Prezzo degli hamburger vegetariani di soia Valsoia
3 euro: abbastanza cari per una quantità esigua di cibo. 150 grammi di cui 55% sono proteine di soia reidratate, proteine di frumento reidratate (13%), acqua, oli vegetali (girasole), cipolla, bianco d’uovo in polvere, sale, amido di patate, destrosio, cipolla in polvere, aglio in polvere, fibra di pisello, estratto di lievito, proteine di frumento idrolizzate, estratto di malto d’orzo, farina di semi di guar, sodio alginato, maltodestrine, spezie, aromi.
Costano 18 euro al chilo. La soia alla tonnellata costa 290 euro, quindi 0,29 al chilo. Questi costano 100 volte di più dell’ingrediente principale. Eh, certo, questo è il costo per quantitativi industriali, ma cosa altro c’è dentro? Il lavoro, il marketing, farine e altri prodotti addensanti, il sale, i macchinari, il trasporto, ecc. Ma vale la pena di spendere tutti questi soldi per un prodotto lavorato?
Online trovate in vendita della soia biologica a 4 euro al chilo. Basta cuocerla, frullarla e aggiungere qualche albume e un pizzico di sale. E siamo ancora lontani da 18 euro al chilo. Senza contare che almeno saprete cosa mangiate e non ingerirete prodotti industriali.
Giudizio finale
Siamo stati molto severi, ma vorremmo che questo fosse un invito all’azione: il prodotto non è malvagio, ma si può fare di più.