Chinotto San Pellegrino: una bevanda piena di 4-metilimidazolo
Il chinotto ultimamente sta vivendo una seconda giovinezza, fa molto cool bersi un chinotto organic che viene da uno sperduto angolo di Calabria o dalle scogliere di San Remo a picco sul sul mare con la brezza che , basta che sia artigianale e fatto con amore. Basta che ci sia una storia dietro e questo delizioso agrume, il Chinotto, il frutto del Citrus myrtifolia, e diventa la nuova mania. Basta vendere e si inventa storytelling anche sulle mutande in lana merinos…
Ma chi vogliamo prendere in giro?
In questa bevanda, nel Fake Food di oggi, il Chinotto San Pellegrino, è presente un parte infinitamente piccola di chinotto, poche gocce di estratto di chinotto, siamo nell’ordine dello 0,5 %. Ma questo è normale, il Chinotto agrume è poco edibile, è acidissimo, non è un mandarino. Meno normale è che il resto sia praticamente zucchero.
Per cui non spacciate questa (e molte altre, eh, non credete!) bibita per un bevanda cool, è praticamente una spremuta di glucosio, di sciroppo di zucchero con coloranti e un po’ di estratto di chinotto. Non pensate che concettualmente, organoletticamente e nutrizionalmente sia assimilabile ad una spremuta o ad un succo di frutta. Siamo lontani anni luce, se state cercando una bevanda sana da proporre ai vostri bambini, questa è terribile.
Valori nutrizionali del Chinotto San Pellegrino
Il Chinotto San Pellegrino è una bevanda compulsivamente e vergognosamente zuccherata: 11,1 grammi di zucchero per 100 ml, per una lattina intera raggiungiamo 33,6 grammi.
E sotto come al solito troviamo la dicitura AR: assunzioni di riferimento di un adulto medio (8400 kj/2000 kcal). La lattina contiene 1 porzione. Le porzioni dovrebbero essere adattate per i bambini di diverse età. I bambini non dovrebbero vederlo neanche da lontano, la porzione per un bambino di questa brodaglia è 0. Gli zuccheri sono già presenti in ogni cibo, nella frutta, nella verdura e questo è zucchero puro senza fibre, perché dovreste rimpinzarli con zucchero industriale?
Ma non fatevi ingannare, le nuove direttive dell’OMS parlano chiaro, un bambino al massimo può assumere 19 grammi di zucchero al giorno e anche per un adulto dai mitici 75 grammi di un tempo si è passati a 20 come dose, con una tolleranza fino a 35. Ma 75 grammi, il valore ancora in uso per molte bibite e prodotti, è un numero che ormai non è più accettabile e sarebbe ora che le multinazionali del food al glucosio si adeguassero, ma soprattutto dovrebbero smettere di produrre prodotti scadenti pieni di coloranti e di zucchero con nient’altro dentro. Il problema è che sale e zucchero stanno diventando la base di questi prodotti spazzatura, tanto il sapore e gli ingredienti non servono. Puoi usare quello che vuoi, in questo caso semplice acqua, e poi dargli sapore.
Per questo bocciamo sonoramente il Chinò della San Pellegrino e lo sconsigliamo sia a grandi che piccini, ma non lo diciamo a cuor leggero, basta leggere l’etichetta, non serve essere dei falchi di montagna. Leggete le etichette prima di comprare queste brodaglie zuccherine e scoprirete
Chinotto San Pellegrino, gli ingredienti: una dichiarazione d’amore per il consumatore
Passiamo al colorante usato in questo Chinò San Pellegrino il delizioso E 150 d il caramello condito con il 4-metilimidazolo (4-MEI), se assunto in alte dosi diventa cancerogeno. Ma non ce lo siamo inventati noi, lo dice uno studio dell’IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms, che ha classificato il 4-MEI tra le 249 sostanze potenzialmente cancerogene per l’uomo.
Ok, ma quanto ne dovete ingerire perché diventi pericoloso di questo delizioso 4-metilimidazolo (4-MEI)?
300 mg per ogni kg di peso, per un adulto forse sono quantità trascurabili, ma per un bambino no di certo. Anche perché i coloranti E 150 sono molto diffusi e li potrete trovare in barrette, ghiaccioli, caramelle, biscotti, merendine, bevande industriali e anche nell’aceto Balsamico, se è per questo è presente anche nel whisky scozzese, ma come sempre è la dose a fare il veleno, come diceva il vecchio Galeno.
Ma allora perché sulla lattina non c’è scritto niente? Perché non ci sono le quantità di colorante E150D contenente il 4-metilimidazolo (4-MEI)?
Sono quantità minime dirà qualcuno, trascurabili. Forse oppure no, ancora la ricerca non è stata così chiara sull’argomento, certo gli esperimenti sui topi hanno dimostrato un’aumento dell’incidenza dei carcinomi agli alveoli e nei bronchi e anche l’insorgere della leucemia.
Ma ne vale la pena?
Questa è una bella domanda, dovrete fare i conti voi, ma state sempre attenti e controllate le etichette. Si inizia con i piccoli passi.
Come Fake Food il Chinò di San Pellegrino con uno sforzo erculeo si inerpica in vetta alla classifica, così tanto zucchero, così pastoso e stucchevole come sapore e così inquietante come composizione chimica non era facile, ma ci sono riusciti.
Il packaging è bello, stiloso e slanciato, con un look minimal chic, promosso e molto chiaro, peccato per il contenuto della lattina però…