Azienda agricola “Il Pratello”: degustazione di vecchie annate storiche
Primo assaggio di Enologica. Appena entro il pubblico è rarefatto. Meglio, ancora si riesce a parlare senza gesti. Il clima è disteso, tropicale. La prima impressione dell’allestimento è quella di tanti banchi di scuola dietro cui i vignaioli aspettano d’essere giudicati. Mi butto nella mischia.
Parto alla grande con Il Pratello. Una cantina biologica dura e pura che aderisce al movimento BioVitiCultori, 5 amici uniti dalla volontà di produrre vini il più naturale possibili. Detta così sembra semplice ed infatti il piano è proprio questo, non fare nulla che possa rovinare il vino. Emilio Placci è un personaggio biblico a dir poco. Barba lunga che si dipana in riccioli argentei e sguardo dolce, ma acuto. Parlandoci mi aspetto che da un momento all’altro divida il mar rosso che ho nel calice. Scherzi a parte, è un mito, uno di quelle persone che ti fanno amare il vino e ti spingono, con la loro passione un po’ mistica, ad indagare, a fare domande sui vigneti, sulle esposizioni, cosa usa, crede nel bio, perché se è così bio si sente così poco la stalla, ecc… Quella che ha in mente un’idea di vino montanaro, roccioso, legato indissolubilmente al territorio, che deve emergere dal calice senza fronzoli. I vigneti, a 500 metri di altitudine, ridanno uve con un’acidità pazzesca e sono piene di profumi. Il risultato è esaltante, anche se i vini raggiungono la più felice capacità d’espressione solo dopo 6-7 anni. Chi avrà la pazienza d’attendere verrà premiato con vini austeri e sontuosi.
Vini degustati:
Le Campore 2006
Ancora freschissimo. Rotondo, con zenzero, pesche e un corpo sinuoso che riempie la bocca. Arancia candita e dolcezza che si stempera in una bella sapidità. Il colore è denso, oro, i profumi erbacei, anche scontrosi, ma la finezza è sempre lì.
Mantignano 2007

Badia Rustignolo 2003

Calenzone 2001

