Chiudete gli occhi e prendete un lungo respiro. Ora sognate, con calma, non c’è fretta. Una valle dai contorni morbidi: riuscite a vederla? È trapuntata di vigne indorate dal sole di settembre. I vigneti ondeggiano e vi chiamano, vi stendete all’ombra dei grappoli maturi che brillano come una tempesta di rubini sparata in un caleidoscopio. Manca solo un calice di Barbaresco e un castello che sbuca da una coltre di nubi in lontananza: la sua presenza immutabile vi rasserena, vi sentite leggeri, galleggiate nella beatitudine.
È il paradiso? No, è molto meglio, perché è un’esperienza che potrete vivere anche in questo mondo. Nel mondo che è il Piemonte, la culla del fermento che ha portato all’unità d’Italia.
Torino è una delle cento bellezze d’Italia, un capolavoro della Lussuria gastronomica, la città ideale in cui perdersi e vagare senza meta, da Palazzo Madama alla Galleria Sabauda, dalla Mole Antonelliana al Museo Egizio. Ogni quartiere nasconde un piccolo universo: chiese, teatri, caffè storici dove si riunivano i grandi pensatori e ancor oggi si perpetua il rito del caffè e del cioccolato, declinato in ogni forma possibile: gianduiotti, praline al barolo chinato, tartufi, pasta di nocciole. La fantasia dei maestri cioccolatai sarà l’unico limite imposto alla vostra curiosità.
Che altro volete dal Piemonte? Pensateci, e vedrete che esiste già.
Castelli, abbazie incuneate nelle montagne, laghi incastonati nelle Alpi, piste da sci, foreste da esplorare, borghi medievali, il tutto incorniciato da un paesaggio ad acquerello degno di una mano divina.
Ma c’è un altro oggetto di speculazione metafisica che merita la vostra attenzione. Il Nebbiolo, da cui nascono Barolo e Barbaresco. Non troverete in nessun altro calice le stesse sensazioni: non è la sensuale babilonia di effluvi del Pinot Noir, non è la vellutata malia di un Brunello, non è la virile esuberanza di un Cabernet, no, qui si parla di semplice perfezione.
È il profumo della terra viva che freme, il sottobosco e i suo piccoli frutti che maturano all’ombra dei rovi, le foglie sferzate dal vento e l’erba dove al mattino si raccoglie la rugiada: in un sorso vivrete il racconto della Vita e non vi è complimento migliore che si possa fare ad un vino se non dire che è specchio e anima della propria terra.
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