Viña Concha y Toro inizia a piantare Vitigni 2.0 resistenti al cambiamento climatico
A otto anni dal lancio del Centro per la ricerca e l’innovazione di Viña Concha y Toro, è stato piantato il primo dei suoi vitigni “resistenti” ai cambiamenti climatici.
Le viti sono state create con l’aiuto della reazione a catena della polimerasi quantitativa, qPCR, la tecnica di analisi più sensibile al mondo basata sulla selezione sanitaria e sulla pulizia dei funghi.
Secondo quanto riferito, le nuove viti, denominate “Grapevines 2.0”, sono prive di 13 virus e cinque funghi di marciume che colpiscono i vigneti, consentendo alle viti di avere una vita più lunga e di essere più resistenti ai cambiamenti climatici.
Il primo impianto di Grapevine 2.0 è stato effettuato nella tenuta El Triángulo dell’azienda, situata nella regione cilena di Valparaíso.
“Questo importante traguardo è il risultato del programma di ricerca e sviluppo della CRI, avviato nel 2016 e che oggi costituisce un concreto successo di innovazione che migliorerà la produttività e la longevità dei nostri vigneti e aggiungerà valore al lavoro del nostro territorio agricolo”, ha dichiarato il direttore, Álvaro González.
Guardando al futuro, Viña Concha y Toro ha in programma di sviluppare viti libere da altri 12 virus, rinforzate con Trichoderma (funghi benefici), per proteggere ulteriormente le viti.
Un’altra importante storia di successo è l’implementazione dell’irrigazione di precisione della tenuta. Quattro anni fa è stato avviato presso il Centro Ricerche (CRI) un nuovo progetto di efficienza idrica, che consiste nell’implementare un sistema di gestione dell’irrigazione basato sull’evoluzione delle curve dei coefficienti colturali (Kc) nei diversi appezzamenti dell’azienda, che, insieme alla l’analisi delle informazioni meteorologiche, consente di calcolare il fabbisogno idrico specifico del vigneto.
In poche parole, il sistema ti dice esattamente quando irrigare e quanto irrigare.
Questo piano è attualmente applicato a 900 ettari dei 10.000 piantati dalla holding in Cile, il che ha portato a un risparmio medio del 18% nella quantità di acqua utilizzata.