Sempre meno limoni per gli Italiani: Declino nei Consumi di Limoni Freschi
Nel contesto della grande distribuzione, il mercato dei limoni sta assistendo a un mutamento significativo. I consumi hanno registrato una flessione del 15% rispetto agli anni precedenti, nonostante i limoni siano presenti nel 92,4% delle case italiane. Un calo che persiste nonostante una diminuzione dei prezzi finali tra il 5 e il 7 percento.
Roberto Della Casa, esperto in marketing dei prodotti agroalimentari presso l’Università di Bologna, attribuisce questo declino a diverse cause. Tra queste, la perdita di competitività dei produttori italiani che hanno spostato la maggior parte della raccolta nei mesi invernali, lasciando scoperti i mesi estivi quando il 45% degli acquisti avviene in supermercati e ipermercati e si intensificano le importazioni dai paesi esteri come Spagna, Argentina e Sudafrica. A complicare ulteriormente la situazione contribuiscono i cambiamenti climatici che incidono sulla produzione, rendendo i frutti più delicati e suscettibili a marcire velocemente.
Le statistiche rivelano che nel 2023 l’Unione Europea ha prodotto 1,685 milioni di tonnellate di limoni, con la Spagna e l’Italia come principali produttori. Nello stesso anno, l’Italia ha importato 429.049 tonnellate di limoni principalmente da Sud Africa, Argentina e Brasile, mentre le esportazioni italiane hanno toccato le 48.315 tonnellate, mostrando un incremento del 11,2% rispetto al 2022.
Parallelamente al calo dei consumi dei limoni freschi, si è osservato un aumento della domanda per il succo di limone in bottiglia. Nel 2023, sono state vendute oltre 22 milioni di confezioni di succo di limone, generando un fatturato di più di 21 milioni di euro. Questa tendenza è supportata dalla percezione che il succo di limone in bottiglia sia più duraturo e anti-spreco, oltre a essere considerato più conveniente rispetto ai limoni freschi.
L’indagine di Astraricerche conferma che il 34,2% degli intervistati preferisce il succo di limone in bottiglia per la sua maggiore durata e il 30,1% per il suo impatto ridotto in termini di spreco. Questi dati riflettono un cambiamento negli stili di consumo e una maggiore attenzione verso prodotti più pratici e sostenibili.