La quota commerciale dello champagne è ai massimi storici secondo Cult Wine Investment
Lo specialista di investimenti in vini pregiati Cult Wine ha pubblicato il suo rapporto sullo Champagne 2022 e il potenziale di investimento “parla da solo” secondo gli esperti.
Le statistiche confermano l’esplosione di sia di vendite che di impegno da parte delle grandi maison francesi per crescere.
Gli investimenti in Champagne sono aumentati del 76,6% da gennaio 2021, più del doppio del ritmo del più ampio indice Liv-ex 1000 (36,1%) e persino prima dell’aumento del 68,4% di Burgundy 150.
Un tempo, nota a margine di Bordeaux e Borgogna, la quota commerciale dello Champagne in valore ha raggiunto quest’anno i massimi storici con un’attuale media mensile del 12,8% a settembre, un aumento impressionante rispetto alle quote commerciali annuali di poco più dell’1% nei primi anni 2010.
Lo champagne, il più ampio mercato dei vini pregiati, ha beneficiato di una domanda sostenuta durante i periodi economicamente difficili, poiché gli investitori cercano asset reali e stabili tra l’inflazione e la volatilità nei principali mercati finanziari.
Le tendenze specifiche che spingono al rialzo i prezzi dello Champagne includono l’aumento della domanda di investimenti, l’attrattiva del marchio di lusso e livelli di produzione inferiori alla media.
Inoltre, secondo il rapporto, gli Champagne rari indicano una forte correlazione tra età e prezzo. Anche se ora ci sono più acquirenti orientati agli investimenti nel mercato dello Champagne, lo status dello Champagne come bevanda celebrativa di fascia alta significa che le forniture nella fascia alta del mercato diminuiscono man mano che le bottiglie vengono bevute, causando un aumento costante dei prezzi nel tempo.
Il rovescio della medaglia di questa curva di invecchiamento è che gli champagne millesimati precedenti rimangono scarsi, mantenendo così altissima la pressione sui prezzi nonostante i prezzi già elevati.
Tuttavia, c’è ancora spazio per la crescita, soprattutto nel mercato asiatico, che finora quest’anno ha rappresentato poco più del 7% del commercio di Champagne. Un territorio praticamente vergine e pieno di opportunità.
L’afflusso della domanda dall’Asia ha guidato grandi rally a Bordeaux e in Borgogna negli ultimi dieci anni e il potenziale di una maggiore crescita potrebbe portare gli investimenti nello Champagne a nuovi livelli, ancora superiori agli attuali.