La georeferenziazione conquista le etichette DOC: dal Chianti Classico al Nobile di Montepulciano
Sempre più vini italiani stanno adottando il concetto di geo-referenzazione, seguendo l’esempio francese del terroir. Questa pratica lega strettamente il vino al territorio, rendendo visibili in etichetta le MeGA (Menzioni Geografiche Aggiuntive), che indicano aree ristrette all’interno di una denominazione, permettendo ai consumatori di conoscere la precisa origine del vino che acquistano.
Un esempio importante è il Vino Nobile di Montepulciano, che con l’introduzione della menzione “Pieve” in etichetta segna una nuova era per le DOCG italiane. Questa etichetta, che debutterà nel 2025 con l’annata 2021, evidenzia le caratteristiche uniche di 12 sottozone storiche del territorio, riportando in vita un’antica tradizione già presente nel Catasto Leopoldino del XIX secolo. Le 12 Pievi (tra cui Cervognano, Argiano, e San Biagio) rappresentano una svolta storica per la denominazione, legando indissolubilmente il vino al microclima e alla storia di ogni singolo appezzamento.
Anche altre regioni vinicole italiane stanno seguendo questo trend. Nel Chianti Classico e nel Soave, ad esempio, si stanno valorizzando le Unità Geografiche Aggiuntive per indicare sottozone che offrono una qualità specifica legata al territorio, puntando su una produzione che esalta le caratteristiche geologiche e climatiche uniche(