Vecchie Terre di Montefili
Vecchie Terre di Montefili è una delle storiche cantine di Panzano, un’oasi nel cuore del Chianti, dove tutti i vignaioli si sono convertiti alla coltivazione biologica. Dalla cima della collina dove sorge la cantina la vista spazia su tutta la vallata, quella che una volta era chiamata la Conca d’Oro, per via della fertilità della zona, che si ricopriva interamente di grano e risplendeva come un mare dorato. Oggi fortunatamente sono le vigne a produrre oro, infatti intorno ci sono solo boschi e vigneti a perdita d’occhio.
Il suolo è asciuttissimo, ricco di sasso e galestro (con sedimentazioni silicio-calcaree), di un colore giallo ambrato che ricorda il deserto ed è sempre spazzato dal vento. I vigneti e gli ulivi punteggiano tutta la collina come se fossero gli spalti di un anfiteatro, da qui il nome del Sangiovese di punta della cantina, e godono di condizioni eccellenti. Passeggiando tra i vigneti, ci si accorge subito della cura certosina con cui sono allevate. Potature cortissime, sovescio, vigne allevate a Guyot quasi ovunque, ma quello che colpisce maggiormente è lo spazio tra un filare e l’altro. Qui non vige la filosofia della competizione serrata tra pianta e pianta, ma quella del rispetto e dell’equilibrio: “Le vigne sono come gli uomini,” ci dice Tommaso Paglione, enologo e anima della cantina, “hanno bisogno di spazio vitale e libertà per prosperare, non di stress indotto.” E questo approccio più rispettoso sembra funzionare, a giudicare dalla costante qualità che si ripete annata dopo annata, e stiamo parlando di almeno 30 anni, visto che la cantina è nata nel 1979.
I vini prodotti sono all’insegna della concentrazione, molto intensi, eleganti e fatti per sfidare gli anni, non si nascondo dietro il legno, ma si presentano nel bicchiere con piglio e tipicità. Non aspettatevi un Chianti leggero tutto ciliegia e freschezza, quelli delle Vecchie Terre di Montefili sono vini nobili che rispecchiano questo territorio come un foto: il terreno sassoso, i boschi, i rovi e le more, la terra, le foglie, le brezze che vengono dal mare.
Abbiamo assaggiato i vini della cantina Vecchie Terre di Montefili e siamo rimasti positivamente impressionati. Bisogna credere nel terroir di Panzano, perché ha molto da dare e sa esprimere una finezza incredibile nelle tipologie Chianti Classico. Di tempo ne è passato dagli anni 70, quando queste terre erano abbandonate e coltivate a grano e ulivi e oggi per fortuna qualcuno ha investito e riportato in vita questi tesori sepolti e sorseggiare e rivivere la storia di queste colline vale un tour nel Chianti.
Chianti Classico Riserva
Sangiovese, in purezza, che viene fatto affinare in botti gradi di Slavonia per dodici mesi. Si presenta rubino scuro, con naso intrigante che sfoggia mirtilli, mirto, peonie, pepe, ginepro, cacao e rabarbaro. In bocca scivola caldo, spinto da spezie dolci come cannella, molto compatto, con una freschezza che si incunea tra una sapidità aromatica—timo e rosmarino—note terrose che vengono dal galestro e un finale giustamente tannico, molto piacevole. L’equilibrio è già buono, ma è superfluo dire che il culmine arriverà tra un paio d’anni. Un Chianti da abbinare a vitello tonnato, pollo al curry, roast beef, hamburger, filetto alla Wellington..
Anfiteatro, Sangiovese
Rubino scintillante. Al naso mostra tutto il suo splendore con un frutto ancora vibrante, ma che sta maturando, accompagnato da una scia speziata che affascina con sentori di cacao amaro e vaniglia. In bocca è rotondo: amarene mature, prugne in confettura e mirtilli scivolano su un tannino concentrato, ma di grana molto fine. Un vino ricco di estratto che stupisce per la multidimensionalità che offre: si passa dalla carnosità del frutto ai sapori terrosi tipici del Chianti, dalla sapidità—grafite, china e selce—alla cremosità delle spezie che amplificano la maestosità del frutto, ma sempre con eleganza, dolcemente, fino ad un finale che regala una persistenza infinita. Equilibrio e longevità assicurati. Un Sangiovese da abbinare a lasagne al forno e anatra laccata alla pechinese.
Bruno di Rocca
60% di Cabernet Sauvignon e 40% di Sangiovese. Un Supertuscan atipico, sicuramente impetuoso e ricchissimo di suggestioni con accenni di marmellata e speziatura in evidenza, ma con il Sangiovese che tiene testa al Cabernet e rende il vino fine, mai troppo muscoloso, impostato più sul gioco dei richiami terrosi-erbacei, che sul frutto scolpito dalla barrique. Il naso è un fiorire di mirtilli, con gelatina di prugna, alloro, foglie, sottobosco, olive nere e moca in sequenza. In bocca ha stoffa, si muove sinuoso nonostante il corpo possente, con un tannino che illumina il percorso con sprazzi di liquirizia. Sarebbe un errore chiamarlo banalmente Supertuscan, perché Tommaso, grazie alla grande qualità del Sangiovese che produce, ha creato un vino molto originale e bevibile, dove il Cabernet assume una veste chiantigiana. Un vino nato per accompagnare i formaggi come Latteria, Gorgonzola o stagionati—Castelmagno o Canestrato di Moliterno—ma perfetto anche per brasati, selvaggina, fagiano al tartufo e ricette con cacao.
Vigna Regis
Il bianco della casa è uno di quei vini che ti stupiscono. Prima inganna con un colore ambrato e un naso maturo, quasi dolce di frutta esotica, melone, miele e nocciole tostate, ginestre e margherite leggermente caramellate e poi in bocca esplode in una sapidità incredibile. Con un blend atipico per il Chianti—Chardonnay, Sauvignon e Gewurztraminer—ci siamo avvicinati a questo vino con titubanza, tuttavia siamo stati piacevolmente stupiti: ancora una volta il galestro e questo terreno così particolare hanno sconvolto ogni previsione, trasformando vitigni tipicamente nordici in un blend molto riuscito. Da abbinare a filetto di salmone con sorbetto di melone, sushi di anguilla o tagliolini alla bottarga.
Per visitare la cantina o comprare i vini dell’azienda agricola Vecchie Terre di Montefili:
Email: [email protected]
Telefono: 055 853739
Come raggiungere la cantina Vecchie Terre di Montefili: via S. Cresci, 45, Greve in Chianti, Firenze
Bottiglie prodotte: tra le 40000 e le 55000