Aperol Spritz 17,5 cl: recensione e scheda tecnica
Nelle nostre ultime peripezie da Fake Food ci siamo imbattuti in un prodotto civetta che strizzava molto l’occhio: l’Aperol Spritz già pronto in bottiglietta, confezionata singolarmente, uno splendido drink già pronto, perfetto per assaporare uno Spritz Aperol con i fiocchi!
Ma andiamo al sito di questo prodotto e leggiamo. “Aperol Spritz, l’aperitivo dal gusto unico che dal Triveneto ha conquistato l’Italia intera, finalmente entra nelle case: un prodotto nuovo, perfettamente dosato, per vivere tutta la vivacità di Aperol Spritz anche tra le pareti domestiche.”
Direi che ci siamo, l’idea è allettante, dopo tutto lo Spritz è un cocktail difficile da fare… se siete talmente pigri da non riuscire nemmeno a mescolare vino, acqua frizzante e bitter allora l’umanità è davvero destinata ad una triste fine.
Sia ben chiaro, non vogliamo spargere infamia sulla Campari, per vendere tutti quei milioni di ettolitri di Aperol dovevano inventarsi qualcosa, una trovata e questo è l’uovo di Colombo: lo Spritz tascabile. E poi questo Aperol Spritz va a raggiungere una folta schiera di prodotti simili, preparati chimici dal sapore improbabile come i vari Bacardi breeze e i vari cloni, quindi non è che siamo scandalizzati. Tanto sono uno peggio dell’altro.
Quello che ci ha scandalizzato è il sapore insulso, blando e tremendamente posticcio, ancora peggiore dell’Aperol liscio, di questo portentoso elisir di aromi chimici. Diciamo che se vogliamo promuovere una filosofia del bere bene, consapevole e prediligendo ingredienti di altissima qualità, qui è tutto il contrario. Questo prodotto svilisce il concetto stesso di cocktail e promuove un concetto di bere trash casalingo, industriale, guidato da un gusto artificiale e banale che va contro il lavoro di tutti i professionisti che si sbattono per proporre cocktail veri, fatti con serietà e attenzione.
Prezzo dell’Aperol
Questo meraviglioso Spritz da asporto costa la bellezza di 4,90 euro, sul sito del produttore, ma alla Coop l’abbiamo trovato a 4,52, con un costo al litro di 8,61.
Quelle che seguono sono considerazioni abbastanza semplici. Già lo Spritz è un cocktail al limite, forse quello con il Cynar è accettabile, quello con il Campari si beve, ma quello con l’Aperol è senza speranza. L’Aperol è un prodotto industriale che non ha ne capo né coda. Ma va bene lo stesso.
Lo Spritz nasce come vino e acqua frizzante, poi è stato aggiunto il bitter, ma metterci dentro poi di default un prosecco così smunto non fa altro che esaltare il lato amaro-dolce immerso nel glucosio insopportabile dell’Aperol. Meglio scegliere un vino base decoroso e poi acqua gassata e un bitter potabile, ma se lo vendono meglio così.
Forse come costo non è malaccio, se fate i conti della serva un Prosecco costa 6 euro, una bottiglia di Aperol 9, e stiamo parlando di prezzi non all’ingrosso e più o meno i conti tornano. 5 euro per mezzo litro di bevanda.
Ma davvero vogliamo accontentarci? Senza parlare del peso ambientale di questo packaging assurdo. Carta, 3 bottiglie, 3 tappi, tutto per 2 bicchieri di Spritz?
Non so voi, ma questo Aperol Spritz delude, non le aspettativi, perché non ne avevamo, ma perché si propone come prodotto industriale che va contro il concetto stesso di cocktail (di qualità). Se proprio volete bere un Spritz, usate prodotti veri, il più artigianali possibile.
Una volta si chiamava Aperol Spritz home edition, ma poi forse hanno capito che chiamare un bevanda alcolica home edition era squallido e inneggiava all’alcolismo domestico, come dire resta pure chiuso in casa e butta giù il tuo spritzettino in solitaria che sei sempre un campione. E allora adesso si chiama Aperol Spritz 17,5 CL.